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Tripodi, delusione
ed amarezza

giunta calabria catanzaro

"Non posso che esprimere un senso di delusione e amarezza per il provvedimento di rinvio a giudizio che è stato emesso nei miei confronti dal Gup del Tribunale di Catanzaro che considero profondamente ingiusto, anche perché nel procedimento connesso è stata presentata richiesta di archiviazione". Lo afferma in una nota l'ex assessore regionale all'urbanistica, Michelangelo Tripodi. "Continuo a ritenere di avere operato - aggiunge - nell'interesse della regione quando ho contribuito, per quanto mi riguardava, alla nomina fiduciaria, deliberata dalla Giunta Regionale, dell'arch. Rosaria Amantea come Dirigente Generale del Dipartimento Urbanistica della Regione Calabria e di aver agito nella piena legalità, non avendo commesso alcuna irregolarità, né formale né sostanziale, e mantenendo sempre un comportamento limpido ed ineccepibile. Ribadisco, quindi, senza rinnegare nulla, che ho partecipato alla scelta, disinteressata e di forte rottura, di una giovane professionista calabrese di elevata qualità e spessore che, a scanso di qualsiasi equivoco, aveva tutti i titoli previsti dalla legge per ricoprire l'incarico di Dirigente Generale. Incarico che, peraltro, è stato svolto in maniera brillante e con apprezzamenti generali sia in Calabria che in Italia, considerato il ruolo di Coordinamento nazionale delle politiche del paesaggio nella Conferenza Stato-Regioni che la regione ha avuto nella scorsa legislatura". "In questo senso, voglio ricordare - prosegue Tripodi - che l'arch. Amantea ha dato un importante contributo e un forte impulso alla nuova stagione dell'urbanistica che la Calabria ha conosciuto e che, purtroppo, con l'avvento di Scopelliti e dei suoi sodali è stata messa volutamente tra parentesi o, peggio ancora, archiviata. I risultati straordinari raggiunti nella precedente legislatura dall'urbanistica in Calabria rimangono incancellabili ed hanno riscosso vastissimi riconoscimenti: essi sono stati possibili grazie a persone, come l'arch. Rosaria Amantea, che con competenza, professionalità e spirito di servizio hanno offerto un contributo prezioso per realizzare una nuova politica urbanistica e di governo del territorio contro gli interessi della speculazione e dell'abusivismo e i pesanti intrecci affaristico- mafiosi che si annidano nel settore. In piena coscienza, quindi, sono assolutamente convinto che l'ipotesi di abuso di ufficio che mi è stata contestata è assolutamente destituita di qualsiasi fondamento. Ho, pertanto, piena fiducia nella Magistratura e sono certo che nel dibattimento sarò in grado di chiarire tutti gli aspetti della vicenda e di dimostrare la completa inconsistenza dell'accusa che mi è stata rivolta". "Ai penosi garantisti di maniera del Pdl - conclude Tripodi - subissati negli anni da processi e procedimenti penali riguardanti fatti gravissimi, che richiedono un'autentica risposta di giustizia, tengo a dire, senza infingimenti, che l'occasione fa l'uomo ladro e, pertanto, la voracità con la quale hanno strumentalizzato la notizia del provvedimento del Gup di Catanzaro esula di gran lunga dalle loro ipocrite professioni di liberalismo che interpretano ad usum delfini. Il rinvio a giudizio, come tutti sanno, non è sentenza di condanna e vi sono casi e casi: il mio, come dimostrerò, è un caso di limpida correttezza nell'amministrazione pubblica. Anche chi vuole fare di tutte le erbe un fascio deve avere le carte in regola per parlare". (ANSA).

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