"Oggi abbiamo dimostrato che sul versante dell'azione del settore sanitario c'é un'azione partita due anni fa che sta producendo dei risultati importanti e rappresenta il modello sanitario vincente che noi abbiamo immaginato". Così il presidente della Giunta regionale, Giuseppe Scopelliti, nel commentare i dati relativi al riassetto del sistema sanitario calabrese presentato stamane nel corso di una conferenza stampa. Nel corso dell'incontro con la stampa, il presidente della Giunta regionale ha anche sottolineato che "é chiaro che si tratta di un percorso più lungo ma abbiamo un riconoscimento ed una capacità di coinvolgimento che ci consente di immaginare che questo sarà sicuramente un altro grande risultato che la Calabria potrà ottenere. Oggi - ha aggiunto - si migliora la qualità del servizio". Un'affermazione, quest'ultima, che secondo Scopelliti sarebbe avvalorata da un dato che, sebbene non rappresenti dei grossi numeri, è dato dalla riduzione della mobilità passiva ospedaliera (cioé la cosiddetta migrazione sanitaria) che rispetto al 2009 nel 2011 ha ottenuto un decremento del 3%, passando dalle 65.738 del 2009 alle 63.571 del 2011. "Ciò - ha sottolineato Scopelliti - significa che vi é una fiducia da parte del cittadino nei confronti della sanità calabrese". Tra i punti centrali della riorganizzazione del servizio sanitario regionale anche la diminuzione dei parti cesarei nella nostra regione, il cui obiettivo nel 2012 è quello di ottenere il 35% (che è l'attuale media in Italia). "Siamo riusciti a ridurre drasticamente questo dato", ha detto Scopelliti, facendo riferimento ai dati del 2008 secondo i quali in Calabria il tasso dei parti cesarei si assestava al 49,7% per raggiungere nel 2011 il 38.8%. Ad apertura della conferenza stampa Scopelliti aveva spiegato quale era la situazione nel 2009, parlando delle "criticità strutturali prima del decreto 18/10 in base al quale vi era una "presenza diffusa sul territorio di ospedali di piccole dimensioni e insicuri sotto il profilo del rischio clinico; presenza di case di cura di piccole dimensioni e con carattere generalista; nessuna integrazione della rete ospedaliera con la rete di assistenza territoriale; rete dell'emergenza limitata all'assistenza ospedaliera". Tutto ciò avrebbe comportato come conseguenza una "inappropriatezza dei ricoveri con conseguente bassa qualità, eccessivo numero di ricoveri medici in ospedale (a fronte di pochi interventi chirurgici); alto tasso di ospedalizzazione in carenza di risposte assistenziali alternative; elevato tasso di fuga (migrazione sanitaria)". A fronte di questa situazione, secondo quanto ribadito dal presidente della Giunta regionale, la Regione Calabria nel 2010 ha definito l'assetto delle reti ospedaliera, emergenza urgenza e territoriale dando l'avvio alla riqualificazione della rete ospedaliera pubblica e privata che "si basa sui principi dell'appropriatezza organizzativa clinica e sull'efficienza con l'obiettivo della riduzione delle giornate di degenza in eccesso rispetto al fabbisogno". "Questo - ha aggiunto Scopelliti - sarà portato al tavolo Massicci per la riorganizzazione del servizio sanitario regionale. Bisognerà, comunque, capire cosa accadrà nelle altre regioni, però sono molto fiducioso perché stiamo lavorando bene e questo lavoro lo porteremo al confronto sul tavolo Massicci con la speranza di ottenere quel riconoscimento necessario che ci consentirà di andare avanti con più slancio e più coraggio soprattutto dimostrando ai cittadini calabresi che la strada che abbiamo intrapreso con grande coraggio è la strada che porterà nuove risorse nel territorio e nuovi investimenti e che sarà una sanità efficiente che risponderà alle aspettative e ai bisogni dei cittadini".