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Porto, incognita
per i 537 esuberi

veduta del porto di gioia tauro

Incontro fiume ieri all'interno della sede di Medcenter Container Terminal, la società che gestisce il porto di Gioia, per definire la cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione aziendale nei confronti di 537 dipendenti. Società e sindacati confederali (Cgil, Cisl, Uil e Ugl) si sono confrontati su numeri e prospettive dello scalo alla luce della dichiarazione di eccedenze di personale formulata da Mct.

Dopo oltre dicei ore di faccia a faccia si sa poco  o nulla del contenuto di questo incontro. Ma tra i lavoratori del porto (oltre 1200 solo di Medcenter a cui ne vanno aggiunti altrettanti dell'indotto portuale) attendono di conoscere il loro destino.

Un'enigma incomprensibile ai più dal momento che proprio quando a Gioia i volumi di traffico sono iniziati a crescere è arrivata l'ennesima beffa chiamara cassintegrazione straordinaria per riorganizzazione. Mct non poteva più invocare la crisi del settore del transhipment per giustificare la richiesta di ammortizzatori sociali e h a sfruttato l'ultima opportunità che la normativa in tema di solidarietà statale per le imprese in difficoltà le concede: quella appunto della riorganizzazione.

Si prevedono 24 mesi di cigs prorogabili per altri 24. Un'eternità per il porto più importante del Mediterraneo e questo per esigenze di risanamento della società di gestione che ha una concessione d'oro delle banchine.

Dal primo agosto prossimi, così come succede dal 2010, al porto si entrerà ancora in cigs. La prima volta fu ordinaria per la crisi del transhipment, la seconda per l'addio della Maersk, e la terza per riorganizzazione aziendale. Ci sarà la quarta? Appunto un enigma difficile da dipanare così come quello dello sviluppo ancora non sfruttato per la calabria derivante da una infrastruttura imponente e dalle caratteristiche uniche.

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