D.G., secondo quanto emerso, ha accompagnato Ditto in macchina nelle campagne del paese dove aveva trovato rifiugio dopo il delitto e, dopo essere stato fermato dai carabinieri, ha confermato le false generalità che il ricercato aveva fornito in un primo momento ai militari impegnati in battute e rastrellamenti anche con unità cinofile e un elicottero. I carabinieri, nel corso delle indagini, hanno ricostruito anche il movente alla base dell'omicidio scaturito, secondo quanto appurato, dalle continue lamentele di Ditto infastidito per i problemi provocati della canna fumaria del panificio di Ciappina ubicato nei pressi della propria abitazione. In nottata i carabinieri hanno trovato e sequestrato l'arma, un fucile semiautomatico calibro 20, utilizzato per uccidere Ciappina.