"Reggio sta per cadere dentro ingranaggi pericolosi ed è venuto il momento di difenderla prima di tutti i legittimi propri interessi. Rimanere a guardare non serve a nulla e la città deve mostrare il suo volto migliore. Sono stato eletto sindaco dalla stragrande parte dei cittadini e non per conto di nessuno. E a loro sono chiamato a rispondere ed è a loro che riferirò, me lo impone la mia storia familiare e professionale".
Il sindaco, Demetrio Arena, ha voluto così sottolineare la sua reazione contro quella che ha definito "l'accelerazione, fuori da qualsiasi logica, sulle decisioni che andranno ad assumere le istituzioni circa il futuro del comune. Penso all'ultimo paginone - ha detto - di 'Repubblica' di ieri, dove, peraltro, vengono riportati dati sbagliati sulla situazione finanziaria dell'ente, dov'é difficile cogliere la notizia, ma dove vengono messi insieme, in maniera rabberciata, vari episodi, falsità oggettive, seppure non ideologiche o di pensiero. E' come se si fosse aperta un'offensiva per colpire qualcuno, ma è chiaro che le 'bombe' ricadranno sull'intera città".
Arena ha inoltre voluto ringraziare i cinquecento firmatari del 'manifesto' contro quella che ha bollato come "un'operazione senza distinguo che vorrebbe Reggio città 'tout court' etichettata come mafiosa, un'etichetta che rispediamo al mittente. Questo è il gioco, fin troppo chiaro - ha proseguito Arena - di chi vuol saltare il banco e io non posso più stare zitto. Non faccio chiamate popolari o alle armi - ha detto ancora il sindaco di Reggio Calabria - ma il dovere mi impone di informare la mia comunità del rischio che sta correndo perché credo che contro la ndrangheta, che per Reggio, e ormai non solo per Reggio, è un problema atavico, che non si vince mettendo insieme vittime e carnefici. Rispetto a questo problema, paghino i colpevoli e non tutta la città".