La condanna all’ergastolo di Giuseppe Panuccio è diventata definitiva. Ieri, infatti, la Cassazione ha scritto l’ultimo capitolo nella vicenda giudiziaria relativa alla strage del Quiiper, uno dei fatti più sconvolgenti della cronaca cittadina degli ultimi anni. I giudici della Corte Suprema erano chiamati a pronunciarsi sull’appello presentato dalla difesa di Giuseppe Panuccio, 49 anni, contro la sentenza della Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria (Bruno Finocchiaro presidente, Gabriella Cappello a a latere) che l’aveva riconosciuto colpevole degli omicidi del fratello, Guido, della cognata Cinzia Teresa Richichi e della nipotina Olga, di appena 4 anni, e aveva confermato il carcere a vita. La prima sezione della Cassazione (Giordano presidente, Caprioglio relatrice) ha rigettato l’appello e, di conseguenza, la condanna all’ergastolo, con isolamento diurno per la durata di diciotto mesi, è diventata definitiva. Il triplice omicidio era stato commesso nel primo pomeriggio di domenica 30 maggio 2008. Giuseppe Panuccio aveva
incrociato il fratello con la sua famigliola nel parcheggio dell'ipermercato e aveva messo in atto il suo folle piano. L’azione non aveva avuto testimoni. L’assassino aveva preso dal cofano della sua vettura il proprio fucile da caccia e aveva cominciato a sparare.
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