Erano passate da poco le 14 quando Alessandro Marcianò, uno dei presunti mandanti dell’omicidio di Francesco Fortugno, ha lasciato il supercarcere di Cuneo, per decorrenza dei limiti massimi di custodia cautelare in carcere.
Le porte del penitenziario, nel quale il 61enne, dipendente della direzione sanitaria dell’ospedale di Locri, si trovava recluso in regime di 41-bis, si sono aperte all’esito della camera di consiglio con la quale la Corte d’assise d’appello di Reggio Calabria, venerdì mattina, ha accolto l’istanza di scarcerazione presentata dai suoi legali, avvocati Antonio Managò e Menotti Ferrari, che rilevavano come dopo l’annullamento con rinvio da parte della Cassazione della condanna all’ergastolo, il loro assistito non poteva più essere trattenuto in carcere.
Infatti, hanno sottolineato gli avvocati Ferrari e Managò, la detenzione preventiva tra i primi due gradi di giudizio, non può essere superiore ai tre anni, considerato il fatto che Alessandro Marcianò è stato condannato in primo grado alla pena unica dell’ergastolo nel febbraio del 2009, i tre anni per la sentenza di secondo grado sono scaduti a febbraio scorso.
Alessandro Marcianò, come disposto dalla sesta sezione penale della Corte di Cassazione sarà giudicato nel processo bis a piede libero da una nuova Corte d’assise d’appello.