Vent’anni d'inferno. Dal 1993, da quando ha avviato la sua attività imprenditoriale, Gaetano Caminiti ha subìto qualcosa come una quarantina di intimidazioni. In un paio di circostanze hanno tentato di ucciderlo . Titolare a Pellaro del “Dragons games”, sala con punto Snai destinata ad avere, la prima in tutta la provincia, le videolotterie (facile capire perché fa tanto gola alla ’ndrangheta), Caminiti è finito nel mirino della criminalità organizzata perché non si è mai voluto piegare alla logica mafiosa.
L’ultima intimidazione all'imprenditore che vive sotto scorta da quando è scampato per miracolo a un agguato mentre percorreva la 106 alla guida della sua Smart: i colpi di pistola esplosi da un sicario l’avevano sfiorato, conficcandosi nel poggiatesta, risale a qualche giorno addietro.
Proprio gli agenti della scorta, che giovedì mattina si erano recati a casa dell’imprenditore, hanno notato che sulla cassetta della posta, con un pennarello nero, era stata disegnata una croce. Dentro la cassetta c’era una busta bianca contenente un foglietto sul quale, con ritagli di titoli di giornale, mutuando il linguaggio degli sms, era stata scritta un messaggio sinistro: “6 morto”.
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