Di pari passo, per tutelare la dignità infangata dei reggini e non solo mia, inoltreremo ricorso al Tar contro la decisione del Governo". Lo ha detto l'ex sindaco di Reggio Calabria Demetrio Arena durante incontro con la stampa e la cittadinanza in una sala del Consiglio regionale.
''Abbiamo deciso questa iniziativa - ha aggiunto - con l'intento di mettere in evidenza le incongruenze e le supposizioni della relazione: il Comune è stato sciolto senza che un suo amministratore risulti inquisito, fatta salva la posizione di Pino Plutino, per altro in attesa di giudizio. Ci è stato detto che sono stati affidati lavori a cooperative sociali e ad imprese in odore di mafia. Per le cooperative è vero perché si tratta di associazioni di ex detenuti e tossicodipendenti. Per le imprese, invece, i cui titolari hanno già chiarito la loro posizione con iniziative sulla stampa, si tratta spesso di omonimie, scambi di persona o di imprenditori che hanno ricevuto assoluzioni definitive e che nella relazione non vengono sottolineate". Arena, inoltre, ha affermato che sin dal primo momento del suo insediamento ha tenuto un atteggiamento di "leale e fattiva collaborazione con il Prefetto comunicandogli ogni iniziativa in relazione alla situazione della gestione della Multiservizi, di cui avevo convocato il presidente del Consiglio di amministrazione dopo l'arresto del direttore operativo Giuseppe Richichi, presidente che mi ha riferito di tutti i controlli stringenti fatti su fornitori e sulla tracciabilità dei pagamenti. Di tutto questo ho informato dettagliatamente e con assoluto riserbo il Prefetto, ma i commissari questo non lo scrivono". "Nella relazione - ha sottolineato poi Arena - mi viene rimproverata la non adesione alla Suap, la stazione unica appaltante provinciale. E' vero, il Comune non aveva aderito alla Suap poiché c'era stata un'inchiesta sulla gestione di questo organismo in cui era emerso che alcuni funzionari e titolari d'impresa, finiti agli arresti, avevano violato le procedure per l'assegnazione degli appalti. E' questo forse che ci vogliono rimproverare?". "Io dico che non si può lasciare in queste condizioni una collettività - ha concluso Arena - ed è necessario che qualcuno, a partire dalla nostra realtà, faccia le opportune riflessioni su quanto è accaduto e su quanto sta avvenendo".