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Affari con Multiservizi
in cambio di voti

crucitti - suraci - chilà

Erano stati Santo Crucitti e Mario Chilà, rispettivamente il capoclan e il suo fidato braccio destro, ad orchestrare il business. I due avevano pensato a tutto. Non solo a fare quattrini «stipulando una convenzione tra la Multiservizi e la la società finanziaria “Fin Reggio”» ma individuando anche il “gancio” giusto nei Palazzi della politica. Al Comune di Reggio Calabria. Santo Crucitti e Mario Chilà avevano trovato in Dominique Suraci, l’ex consigliere comunale, e per un breve periodo anche assessore a Palazzo San Giorgio, arrestato per i suoi rapporti a tutto campo con le cosche della ’ndrangheta reggina. Il “patto di ferro” prevedeva l’inserimento della società finanziaria nella disponibilità di Santo Crucitti nella Multiservizi in cambio di un pacchetto di voti. Per i magistrati della Direzione distrettuale antimafia reggina il clan Crucitti appoggiò a sua volta, per un reciproco scambio di interessi, il candidato Dominique Suraci, imprenditore nel settore della grande distribuzione alimentare titolare di una catena di supermercati in giro per la città dello Stretto.

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