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"Scacco matto", Bruzzese spiega la divisione del territorio

Coperto dal classico telone bianco, Girolamo Biagio Bruzzese, il collaboratore di giustizia nell’ambito di diverse inchieste di mafia, si è presentato per la seconda volta consecutiva presso l’aula bunker del Tribunale di Palmi per deporre nell’ambito del procedimento “Scacco Matto”.
Esame e controesame conclusivo per evidenziare gli interessi o presunti tali della famiglia Longo operante sul territorio di Polistena e, da parte dei collegi difensivi, per far emergere eventuali e possibili discordanze su quanto riferito dal collaboratore in aula.
Bruzzese, sollecitato nel corso della precedente udienza dal sostituto procuratore della Dda di Reggio  Matteo Centini e anche nell’udienza di ieri nel corso del controesame, ha sostenuto di essere stato interno alla cosca Crea di Rizziconi e vicino in particolare a Teodoro Crea. Posizione che gli avrebbe fatto raccogliere diverse confidenze dallo stesso, oltre che frequentare diversi personaggi, in merito alle “appartenenze” di mafia nella Piana e, per quanto concerne l’attuale processo, sugli appartenenti e gli interessi dei Longo sul territorio di Polistena. Lo stesso, che ha trascorso un periodo di latitanza con il Crea (per quest’ultimo volontaria) si è costituito ai carabinieri nel 2003 dopo essersi reso protagonista del tentato omicidio di Teodoro Crea.
Bruzzese ha dato una descrizione anche della divisione del territorio di Polistena, con la ndrangheta del ponte e la ndrangheta delle fiumare. «Dal ponte a venire giù era la parte della fiumara dove controllavano i Versace. Dal ponte andando su era tutta zona dei Longo», e gli interessi che, ad esempio negli appalti, avrebbero avuto gli esponenti della famiglia Longo. 

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