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Rispoli e Rodinò,
la Locri degli onesti

operazione sharks

«Non c’è alcuna sentenza che ci possa restituire tutto il dolore che abbiamo subito in quei tristi momenti in cui eravamo sotto il giogo di quelle persone, che approfittando delle nostre difficoltà economiche, ci hanno fatto del male senza alcuna pietà, costringendoci a vivere, o meglio a sopravvivere, nella paura e nel quotidiano timore che potesse succedere qualcosa di grave a noi e alle nostre famiglie». Il giorno dopo la sentenza del troncone in ordinario del processo “Sharks”, contro quelli che sono stati considerati dalla giustizia i loro usurai, Luca Rodinò e Rocco Rispoli, i due testimoni di giustizia che hanno denunciato i propri aguzzini, sono risoluti nell’i ndicare come storico anche questo secondo pronunciamento dei giudici, opera del Collegio penale del tribunale di Locri, che giunge a sette mesi da quello emesso dai giudici d’appello che hanno messola parola fine al troncone dell’a bbreviato. Sommando le due sentenze nel complesso le condanne superano i 150 anni di reclusione, oltre alle centinaia di migliaia di euro di multe da pagare a carico degli imputati, che a vario titolo rispondono dei reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, usura aggravata ed altro, e che dovranno corrispondere un cospicuo risarcimento dei danni alle costituite parti civili, sia in ordine alle contestazioni associative che per quelle di prestito a tassi usurai.

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