Reggio

Martedì 06 Maggio 2025

Il giallo dell'informativa della Polizia e la sanzione al bar di Lo Giudice

Subito nel vivo il processo al dirigente della Polizia di Stato, a capo della Divisione Amministrativa della Questura di Reggio Calabria, Castrenze Militello, ed all’ispettore capo Matteo Periti, sempre in servizio all’Amministrativa. Entrambi si trovano sul banco degli imputati, davanti al giudice monocratico, Isabella Celeste, per il “giallo” di un’informativa scomparsa inerente un controllo amministrativo al bar “Peccati di gola” di proprietà di Luciano Lo Giudice, il rampollo della cosca di ’ndrangheta di Santa Caterina che godeva di amicizie influenti nelle Istituzioni e tra i “colletti bianchi”.
Accuse, sostenute inizialmente dal pm Beatrice Ronchi, il magistrato della Dda che ha scavato a lungo negli affari criminali del clan Lo Giudice, e in dibattimento sostenute dal pm Antonella Crisafulli, che ruotano intorno alle dichiarazioni del “grande accusatore” di Militello e Periti, l’ispettore capo della Polizia di Stato Natale Nicosia.
Proprio lui, affermando di aver redatto l’informativa, scomparsa misteriosamente, che avrebbe dovuto sanzionare l’attività commerciale di Luciano Lo Giudice, è sfilato sul banco dei testimoni per ricostruire l’evoluzione del controllo amministrativo. Una versione che non convince quella fornita ieri in aula da Natale Nicosia. In alcuni passaggi-chiave addirittura finisce con il contraddirsi.
Rispondendo alle domande del collegio difensivo – gli avvocati Andrea Alvaro e Francesco Albanese nell’interesse di Castrenze Militello, e l’avvocato Renato Russo per Matteo Periti – fornisce delle spiegazioni che fanno scricchiolare l'impianto accusatorio.

 

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