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Bombe, sfilano
i primi testi

Sfilano i primi sette testi nel processo a tre imputati accusati degli attentati del 2010 contro la sede della Procura generale di Reggio Calabria, contro l'abitazione del Procuratore generale Salvatore Di Landro e per l'intimidazione all'ex procuratore ed ora capo della Procura di Roma, Giuseppe Pignatone. Stamane davanti ai giudici di Catanzaro sono stati sentiti gli agenti della polizia giudiziaria che effettuarono gli accertamenti sulla bomba contro la Procura generale di Reggio Calabria. Gli investigatori hanno illustrato l'attività investigativa ed i riscontri effettuati durante le indagini. In particolare sono stati illustrati gli accertamenti scientifici sul motorino utilizzato dagli autori dell'attentato. Sono state poi illustrate le similitudini con un attentato analogo. Al termine delle deposizioni è stato affidato l'incarico al perito che dovrà effettuare la trascrizione delle intercettazioni telefoniche ed ambientali effettuate durante le indagini. Al perito sono stati concessi novanta giorni per svolgere le operazioni. Il processo è stato poi aggiornato al 3 dicembre quando saranno sentiti altri testimoni. Nel processo sono imputati Luciano Lo Giudice, fratello del boss e collaboratore di giustizia Antonino condannato il 5 ottobre scorso per le bombe di Reggio alla pena di 6 anni e 4 mesi; Antonio Cortese e Vincenzo Puntorieri, questi ultimi ritenuti gli esecutori materiali degli attentati. Le indagini sugli attentati hanno avuto un notevole impulso investigativo dopo le dichiarazioni di Antonino Lo Giudice che si è autoaccusato di essere il mandante degli attentati del 2010 a Reggio. Nino Lo Giudice ha iniziato a collaborare dopo essere stato arrestato per altri motivi e, per quanto riguarda le bombe e l'intimidazione, ha chiamato in causa anche il fratello, Luciano Lo Giudice, Antonio Cortese, considerato dagli investigatori l'armiere della cosca, e Vincenzo Puntorieri.(ANSA).

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