
«Alla luce della grave situazione deficitaria riscontrata nel Comune di Bova Marina, dall’analisi finanziaria compiuta dal responsabile dell’area economico-finanziaria, della rilevante entità del deficit risultante dalla bozza di bilancio di previsione per l’esercizio 2012 (ben 2 milioni e 238.684,99 euro), dell’oggettiva impossibilità di procedere validamente all’alienazione di beni immobili, si ritiene di poter asserire che il Comune di Bova Marina si trova in stato di dissesto finanziario di cui all’art. 244 del Tuel (il Testo unico degli enti locali), in quanto non è in grado di far fronte ai debiti liquidi ed esigibili con le modalità di cui agli articoli 193 e 194 del Tuel».
Questa la conclusione della relazione predisposta dal revisore dei conti del Comune, con la quale viene certificata la gravità della situazione contabile dell’ Ente e l’inevitabilità di ricorrere a una misura drastica, quale, appunto, il dissesto finanziario.
Un provvedimento adottato l’altro ieri dalla commissione straordinaria, composta dal dott. Giovanni Meloni, dalla dott. Franca Tancredi e dal dott. Stefano Tenuta, che governa la cittadina jonica a seguito dello scioglimento del consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. La relazione cristallizza una situazione debitoria complessiva di quasi dieci milioni di euro. Una cifra insostenibile per un piccolo Comune con meno di cinque mila anime: verrebbe da chiedersi come si è accumulata una tale passività nel corso degli anni e come mai sinora nessuno se ne fosse “accorto”.
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