Reggio

Mercoledì 27 Novembre 2024

Teste suicida, via
a processo per
i familiari

tribunale palmi
I genitori e il fratello della testimone di giustizia Maria Concetta Cacciola, suicidatasi nell'agosto dello scorso anno ingerendo acido muriatico, sono comparsi oggi davanti ai giudici della Corte d'assise di Palmi per rispondere delle accuse di maltrattamenti in famiglia e violenza o minaccia per costringere Maria Concetta a ritrattare le dichiarazioni fatte all'autorità giudiziaria contro i familiari e così facendo a commettere i reati di falsa testimonianza e favoreggiamento. Dopo le schermaglie iniziali, il processo è entrato nel vivo con la deposizione del vice capo della squadra mobile di Reggio Calabria, Francesco Rattà, all'epoca dei fatti dirigente del Commissariato di Gioia Tauro ed autore di una delle informative che hanno portato poi all'arresto di Michele Cacciola, di 54 anni, di Anna Rosalba Lazzaro (48) e del figlio Giuseppe (31). I due uomini sono attualmente detenuti in carcere, mentre la donna é ai domiciliari. Rattà, tra l'altro, ha riferito su alcune intercettazioni dalle quali, secondo l'accusa, traspaiono con evidenza le pressioni esercitate dai genitori e dal fratello su Maria Concetta Cacciola per indurla a ritrattare le dichiarazioni rese alla Dda di Reggio Calabria minacciandola di non farle più vedere i figli che erano rimasti con i nonni. Con tale atteggiamento, secondo l'accusa, la donna era stata costretta a registrare un'audiocassetta in cui ritrattava le precedenti accuse nei confronti dei familiari. Su richiesta dell'accusa, rappresentata dal procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo e dai pm Giulia Mascia e Francesco Ponzetta, la Corte ha disposto la trascrizione delle intercettazioni. L'affidamento ad un perito sarà fatta nella prossima udienza, fissata per il 14 dicembre. Michele Cacciola è il cognato del boss Gregorio Bellocco, capo dell'omonima cosca di 'ndrangheta di Rosarno. Il marito di Maria Concetta Cacciola e' Salvatore Figliuzzi, attualmente detenuto per scontare una condanna ad otto anni di reclusione per associazione di tipo mafioso. Maria Concetta Cacciola, dopo avere iniziato a testimoniare, era stata trasferita in una località protetta, dove era rimasta fino al 10 agosto del 2010, quando decise di tornare a Rosarno per riabbracciare i figli rimasti a casa dei nonni in attesa del perfezionamento delle pratiche per il loro trasferimento nella sede protetta. A distanza di qualche giorno, il 20 agosto, la donna si tolse la vita. (ANSA)

 

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