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Pelle, intercettazioni "contese"

Il tribunale di Locri

È iniziato davanti al Tribunale di Locri, con un’eccezione di inutilizzabilità delle intercettazioni captate all’interno dell’abitazione di Giuseppe Pelle (cl. 60), il processo scaturito dall’operazione “Reale 5”, nei confronti di 14 imputati ritenuti a vario titolo favoreggiatori della latitanza dell’anziano patriarca Antonio Pelle, inteso “Gambazza”, ritenuto dai magistrati della Procura distrettuale antimafia al vertice della ‘ndrangheta reggina.
L’operazione “Reale 5” costituisce l’ultima tranche dell’indagine sui Pelle di San Luca, iniziata con esecuzione della prima trance, quella del 21 aprile del 2010, che permetteva di decapitare i vertici del mandamento jonico, ponendo fine inoltre alla fuga di notizie relative a varie indagini poi confluite nell’operazione “Crimine”.
L’operazione coordinata dal procuratore aggiunto Nicola Gratteri e dal sostituto Francesco Tedesco, è stata eseguita dai carabinieri del Comando Provinciale di Reggio Calabria e dal quelli del Ros, lo scorso 16 luglio, all’esito del quale è stato possibile ricostruire tutta una serie di rifugi e località in cui si era nascosto  durante la latitanza il defunto boss Antonio Pelle, (cl. 32), arrestato dai Ros presso l’ospedale di Polistena il 12 giugno del 2009, e deceduto alcuni giorni dopo.
Dall’esito delle indagini gli investigatori ritengono che la ’ndrina dei “Pelle” avesse messo a frutto i contatti maturati nel corso di decenni di attività criminali, riuscendo a gestire in piena sicurezza la latitanza del proprio congiunto sia in Calabria che in Piemonte.

 

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