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I punti oscuri
sulla cattura
di Condello

pasquale condello

Due versioni contrastanti sulla cattura di Pasquale Condello “Il Supremo”, il boss di Archi che al momento dell’arresto era la “primula rossa” per eccellenza della ’ndrangheta calabrese. Da una parte c’è la versione ufficiale, ribadita nel processo “Meta” dal colonnello dei carabinieri Valerio Giardina, l’ex comandante del Ros di Reggio Calabria che ha coordinato il gruppo di lavoro che ha stanato il boss mente banchettava con un paio di fedelissimi in una villetta nel quartiere Pellaro. Sul fronte opposto gli spifferi di Nino Lo Giudice, il collaboratore di giustizia che di Pasquale Condello sarebbe stato uno dei suoi più stretti collaboratori e custode per almeno un paio di anni della latitanza.
Anche il pentito Lo Giudice ha raccontato la sua verità dai banchi dei testimoni nel processo “Meta”, l’inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria che ha messo sotto scacco il gotha della ’ndrangheta di Reggio Calabria. I De Stefano, i Tegano e i Condello.

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