Il Terzo Settore domani torna in piazza. Non per protestare contro le scelte dei commissari, ma per spiegare alla città come il welfare rischi seriamente di implodere «nella generale indifferenza». In pericolo sono i livelli di assistenza e i diritti minimi di cittadinanza. I servizi gestiti in convenzione dalle cooperative per conto del Comune sono in scadenza il 31 dicembre e ancora non si sa quali siano i progetti e il budget disponibile, considerando che il bilancio regionale, attualmente in discussione prevede addirittura una riduzione del fondo per le politiche sociali. La città potrebbe «svegliarsi più povera il nuovo anno, non in termini economici ma di civiltà. Perché non si possono considerare come optional i servizi sociali». Una battaglia portata avanti per difendere e garantire i diritti di 5mila persone, anziani, bambini, disabili, senzatetto, poveri che vengono accolti nei centri diurni, assistiti a domicilio persone che vengono aiutate a riacquistare la loro dignità. «Il nostro timore, in questo contesto di crisi generalizzata è che la città dimentichi i suoi figli più deboli e fragili, chiamati a pagare il prezzo più alto del dramma sociale che si sta consumando».