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"Ho visto l'assassino, era Giovanni Strangio"

Il Tribunale di Locri

«Ho visto due uomini che mi venivano incontro correndo dal luogo della strage. Il primo, che impugnava una pistola, si è rivolto a me intimandomi di stare zitto. I due sono saliti su una macchina di grossa cilindrata, parcheggiata lì vicino, e il pistolero si è messo alla guida. L’uomo con la pistola, ne sono certo, era Giovanni Strangio».
Ci sono voluti cinque anni e mezzo per ascoltare in un’aula di tribunale italiana il racconto di Rolf Walther Thomee, testimone oculare della strage compiuta la notte di Ferragosto del 2007 in Germania, quando furono assassinati sei giovani ritenuti, a vario titolo, contigui alla consorteria Pelle-Vottari, contrapposta a quella dei Nirta-Strangio, nella sanguinosa faida di San Luca, ripresa con l’omicidio di Maria Strangio, il giorno di natale del 2006, e conclusa proprio con l’azione di fuoco in terra tedesca.
E il signor Thomee di certo non ha mancare alcun colpo di scena, visto che in tutti i suoi precedenti verbali sottoscritti davanti agli investigatori tedeschi, almeno cinque, non ha mai riferito ufficialmente che quel soggetto era Giovanni Strangio, e che, per di più, era armato.
Tutte queste novità sono emerse ieri, dopo un processo in Corte d’assise che ha segnato in primo grado la condanna all’ergastolo di Giovanni Strangio, quale presunto organizzatore ed esecutore materiale dell’omicidio plurimo.

 

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