
Sulla contestata discarica di Casignana domani può arrivare la parola definitiva. A scriverla dovrebbe essere la responsabile dell’Arpacal reggina, dottoressa Angela Bruna Cardile, che questa mattina dovrebbe (il condizionale è d’obbligo dal momento che sono in parecchi, soprattutto i rappresentati del comitato “No discarica a Casigana”, coloro che dubitano del suo arrivo) effettuare un accurato sopralluogo. L’ispezione dovrà servire a verificare se la discarica è, come sostiene il sindaco di Casignana, Pietro Crinò, «a norma e in sicurezza» oppure, come sostengono i rappresentanti del Comitato spontaneo “No discarica a Casignana”, Antonio Praticò e Francesco Stillitano, un continuo e grave pericolo per la salute dei cittadini di Bianco e di tutti paesi limitrofi.
Il “fronte” formato dal Comitato No discarica, dall’Amministrazione comunale di Bianco e dal gruppo consiliare di opposizione di Casignana sottolinea che la discarica è satura, e continua ad essere utilizzata fuori misura. Di conseguenza, una gran quantità del percolato prodotto tracima e va a finire nelle acque del sottostante torrente Rambotta, che, dopo aver contaminato i terreni che attraversa nel suo percorso, vanno a finire a mare. I rappresentanti del Comitato continuano a ribadire che «la causa di questa situazione deriva soprattutto dalla cattiva gestione della discarica». Nonostante questo convincimento, basato, afferma Praticò, «sulle analisi che a nostre spese abbiamo fatto eseguire dal laboratorio dell’Università di Messina che hanno affermato che nell’acqua del torrente tracima percolato altamente tossico», prima di assumere qualsivoglia ulteriore iniziativa attendono di conoscere l’esito del sopralluogo.
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