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Melicuccà, la discarica è chiusa

Una mattinata  vissuta al freddo e al gelo. Una vigilia di Capodanno trascorsa davanti ai cancelli della discarica la Zingara. Un manipolo di impavidi soci di Legambiente, sostenuto da tanta gente, fin dalle 8 ha issato le proprie insegne e ha atteso l’arrivo dei camion  carichi di spazzatura.
Come aveva stabilito un’ordinanza del commissario all’emergenza rifiuti, Vincenzo Speranza (peraltro in via di rinnovo per alcuni mesi dopo la scadenza al 31 dicembre). Intorno alle 9 spunta il muso del primo pesante mezzo col cassone coperto da un telone che tuttavia non impedisce l’espandersi dell’odore nauseabondo della spazzatura. Se ne accodano altri quattro e poi ancora due. Chiudono la fila altri tre. In tutto dieci camion provenienti dagli impianti di Sambatello (6) Siderno (2) e due di Gioia Tauro.
Allo stesso tempo arrivano i carabinieri della compagnia di Palmi, insieme agli uomini del Commissariato. Chiedono agli autisti dei Tir le bolle di accompagnamento e licenze varie. Intanto ai rappresentanti di Legambiente si aggiungono il segretario della Cgil Piana, Antonino Calogero,  le donne e gli uomini di Pomarelle, le cui abitazioni sono a poche centinaia di metri dalla discarica, l’assessore provinciale Giuseppe Pirrotta, il consigliere comunale di Melicuccà, Francesco Buggè. Arrivano anche i sindaci Domenico Creazzo di Sant’Eufemia d’Aspromonte e Cesare Zappia di Bagnara.
A portare avanti le ragioni del “no” al conferimento dei rifiuti è Domenico Rositano, rappresentante del “Cigno verde”.

 

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