La prima bomba gliela misero, di notte, nel portone del suo ufficio di via Cimino, dove c’è la sede della Procura Generale presso la Corte d’Appello. La seconda, dopo otto mesi e sempre nel cuore della notte, davanti al portone di casa. Da, allora, la vita del procuratore Salvatore Di Landro non è stata più la stessa. Ma, fin dalla prima bomba, non è stata più la stessa la vita della città di Reggio.
E oggi, che sono trascorsi tre anni da quella drammatica notte, sembra ancora ieri. Perché il fragore di quell’orrendo boato non si è ancora spento nell’aria. E anche perché gli interrogativi che seguirono a quell’attentato sono ancora ben lungi dall’essere risolti e la verità appare ancora lontana.Il 3 gennaio 2010 nacque “ReggioNonTace”. E questo pomeriggio, alle 18.30, il movimento invita tutti i reggini a ricordare questo anniversario ritrovandosi, come quel giorno di tre anni fa, in via Cimino, nel luogo in cui scoppiò quella famigerata bomba contro la Procura Generale.
Da lì domani alle 18.30 partirà un corteo che, attraversando via del Crocifisso e piazza Duomo, percorrerà il corso Garibaldi fino a raggiungere piazza Italia, l’agorà della nostra città. «Lì, di fronte a Palazzo San Giorgio – concludono i rappresentanti del movimento “ReggioNonTace” –, rifletteremo tutti insieme su quanto accaduto negli ultimi tre anni in città e, soprattutto sulle cause e gli effetti dello scioglimento del Consiglio Comunale per contiguità con la mafia, decretato lo scorso 9 ottobre dal Consiglio dei Ministri.