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Notabili, bancari
e amministratori:
i colletti bianchi
della “Corona”

Sono circa 200 i nomi iscritti nell’informativa del Nucleo investigativo dei carabinieri del “Gruppo di Locri”, denominata “Veni, vidi, vici”, dalla quale si è giunti all’esecuzione nel novembre scorso di 39 ordinanze di custodia cautelare nell’ambito dell’operazione “Saggezza”. L’inchiesta eseguita dai militari dell’Arma, con il coordinamento della Procura distrettuale, in particolare il procuratore aggiunto Nicola Gratteri e il sostituto Antonio De Bernardo, inizialmente era stata chiamata in codice con la famosa frase di Giulio Cesare, stringata e piena di allitterazioni, per meglio dare l’idea di una serie di azioni rapide e risolutive del condottiero romano: “Sono arrivato, ho visto, ho vinto”. Nell’informativa, che rimane comunque agli atti del procedimento penale “Saggezza”, sono stati accertati dagli inquirenti l’esistenza e l’operatività di cinque “locali” riferibili alle municipalità di Antonimina (famiglia Romano), Ardore (famiglia Varacalli), Canolo (famiglia Raso), Ciminà (famiglia Nesci) e Cirella di Platì (famiglia Fabiano), individuandone le figure apicali. A loro si aggiunge la scoperta della sovrastruttura denominata “Co - rona”, che per gli investigatori sarebbe stata guidata dal “capo corona” Vincenzo Melia, con Nicola Nesci e Nicola Romano, considerati entrambi «capo consigliere»; Giuseppe Siciliano e Giuseppe Varacalli considerati entrambi consiglieri dell’83enne Melia. L’informativa d’indagine contiene diversi espliciti riferimenti anche al “Crimine”, che sarebbe nato alla fine dell’Ottocento, e che avrebbe funzionato senza problemi di continuità fino ad oggi. Ne parlano, non sapendo di essere intercettati, diversi indagati, che non risparmiano riferimenti “culturali” nel corso dei dialoghi. Nell’indagine i carabinieri hanno individuato un particolare circuito di interessi economici e societari riferibili agli indagati; in particolare, le attività economiche attraverso le quali gli stessi indagati, che le gestivano, conseguivano i propri profitti illeciti, acclarando ipotesi di condizionamento degli appalti pubblici mediante atti di concorrenza sleale, di gestione e controllo diretto ed indiretto di attività economiche nel settore edilizio, nel movimento terra e nel taglio boschivo in località aspromontane. Nell’informativa “Veni,vidi, vici”, gli operanti hanno individuato dei soggetti, dei “colletti bianchi”, che a vario titolo avrebbero favorito in concorso esterno l’ipotizzata associazione per delinquere di stampo mafioso riconducibile ai cinque gruppi territoriali che si sarebbero uniti intorno alla “Corona”. Tra i colletti bianchi, che in gran parte non sono stati inseriti nell’elenco finale dell’indagine “Saggezza”, diversi sono dipendenti e funzionari di primo piano di alcuni istituti di credito della Locride.

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