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Ragazzina salvata dallo
stupro in pieno centro

Fino a qualche anno fa era un asilo, ormai è uno stabile abbandonato, ridotto a brandelli dai vandali, nel quale ignoti addirittura una volta avevano cercato di nascondere una pistola, rinvenuta vicino all’ingresso. Nei giorni scorsi in quell’edificio fatiscente, in pieno centro di Locri, proprio dietro al Palazzo di Giustizia, c’è stato un tentativo di stupro. L’ha commesso tale B. R., nei confronti di una ragazzina minorenne. La ragazza è riuscita a sottrarsi dalle grinfie dell’aguzzino perché ha prontamente chiamato un amico ed ha iniziato a gridare, attirando l’attenzione di alcuni residenti della zona, che hanno chiamato il pronto intervento dei carabinieri della Compagnia e dei militari della stazione di Locri, che giunti sul posto, hanno individuato e fermato il presunto violentatore, che nel frattempo era riuscito ad allontanarsi. Andando per ordine pare che la giovane si stesse recando a casa di un conoscente, quando a un tratto avrebbe sentito alle sue spalle qualcuno correre. Appena il tempo di girarsi, e si è vista presa per i capelli e trascinata in direzione dell’edificio abbandonato, dove sarebbe avvenuto il tentativo di violenza. In quei frangenti la minore è riuscita a chiamare l’amico per telefono ma l’aggressore le ha strappato il telefono dalle mani gettandolo per terra, dove successivamente è stato rinvenuto dai militari dell’Arma intervenuti. La ragazza, fortunatamente, mentre gridava è riuscita a divincolarsi fuggendo all’esterno dove, nel frattempo erano giunti alcuni cittadini, compreso l’amico chiamato al cellulare, che avevano già chiamato il 112. I carabinieri hanno subito raccolto una descrizione dell’assalitore, riconosciuto dalla minore, che lo avrebbe descritto quale soggetto che in diverse circostanze aveva visto in giro per Locri. Iniziavano quindi le ricerche di B.R., 28 anni, che intanto era riuscito a dileguarsi attraverso una stradina di campagna, fino a raggiungere la propria abitazione. Qui i militari, sotto la guida del tenente Davide Colangeli, lo traevano in arresto con l’accusa di violenza e minaccia nei confronti di una minore. Nei giorni successivi il gip presso il tribunale di Locri, giudice Andrea Amadei, su richiesta del sostituto procuratore Rosanna Sgueglia, convalidava l’arresto e disponeva la contestuale applicazione della misura della custodia cautelare in carcere. Nell’interesse del 28enne, l’avv. Salvatore Rodinò, ha ottenuto dal magistrato la nomina di un perito, al quale è stato conferito l’incarico di verificare se l’indagato sia affetto da infermità mentale o possa ritenersi in grado di partecipare coscientemente al procedimento nei suoi confronti. Il difensore, infatti, ha rilevato al gip che il proprio cliente da oltre quindici anni è sotto cura di specialisti, tanto da dover assumere quotidianamente psicofarmaci.

 

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