«Comunichiamo che ci vediamo costretti, purtroppo, a dover procedere a licenziamenti collettivi per riduzione di personale in funzione della necessaria riorganizzazione della nostra casa di cura Policlinico Madonna della Consolazione ». Questo l’incipit della lunga lettera della direzione aziendale ai sindacati che mette nero su bianco il rischio di licenziamenti per 82 dipendenti. Una vera emergenza sociale dovuta a una serie di provvedimenti che hanno inciso sulla situazione della struttura. «Sono stati riconosciuti solo 88 posti rispetto ai 219 per i quali risultava precedentemente accreditata. Questa pesantissima riduzione è venuta a ricadere su un preesistente quadro complessivo di gravissima difficoltà finanziaria della struttura». Quello che ha comunque causato il crac finale e la decisione di procedere all’attivazione della procedura di licenziamento collettivo è stato il decreto numero 189 del 14 dicembre scorso che «ha comportato, addirittura, la mancata remunerazione delle prestazioni già erogate dalla nostra casa di cura in favore degli assistiti nell’ambito del rapporto di convenzione esistente con il servizio sanitario regionale. Tale stato di cose impone alla casa di cura, la necessità di operare un’imponente, ma necessaria e urgente, riorganizzazione della propria struttura, sia allo scopo di adeguare la stessa al sopra imposto taglio di posti letto per acuti accreditati e sia per porre doveroso rimedio allo squilibrio tra costi e ricavi».
LE FIGURE A RISCHIO. I licenziamenti, da attuare dopo la chiusura della procedura, interesseranno 82 dipendenti: 4 medici; 1 biologo; 1 ostetrica, 1 tecnico radiologo, 3 caposala, 34 infermieri, 2 operatori socio-sanitario, 18 ausiliari, 2 dietisti, 4 tecnici di manutenzione, 7 addetti alle mansioni di portiere centralinista, 1 sarta, 4 addetti amministrativi.
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