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Verifica sullo stato
di salute del
“capo dei capi”

Sarà una perizia medica a stabilire se don Mico Oppedisano, l’82enne boss di Rosarno, ritenuto il “capo dei capi” della ’ndrangheta di Reggio Calabria, possa restare in carcere. Una consulenza psichiatrica, affidata al dottore Nicola Pangallo, specialista di Reggio Calabria, è stata effettuata ieri nelle carceri di Parma dove Domenico Oppedisano è recluso in regime di “41-bis” dal luglio 2010 quando è stato arrestato nell’ambito della maxi-inchiesta “Crimine”. Ad affidare l’incarico è stata la presidente della Corte d’Appello di Reggio, Rosalia Gaeta, il magistrato che presiederà il collegio davanti al quale si celebrerà il processo di secondo grado “Crimine”, al via il prossimo 30 aprile con alla sbarra i 121 imputati che sono stati già giudicati con il rito abbreviato. La richiesta di una visita specialistica medico-legale era stata avanzata dal difensore di Domenico Oppedisano, l’avvocato Mario Sant’Ambrogio del Foro di Palmi, sostenendo le gravi condizioni di salute del proprio assistito e la grave forma di incompatibilità con il regime carcerario del capo “Crimine”. Da tempo era stato lanciato un accorato grido d’allarme, con il quale si era posto in evidenza il rischio per la salute mentale, ma anche per la stessa vita, che starebbe correndo l’82enne patriarca di Rosarno.

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