Reggio

Lunedì 29 Aprile 2024

In carcere anche
la moglie del boss:
chiedeva il pizzo

 In manette anche la moglie del boss. A seguito, infatti, di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa, su richiesta della Dda, dal gip distrettuale di Reggio Calabria, gli agenti della Squadra mobile del capoluogo e del commissariato di Bovalino hanno arrestato Grazia Marzano, 49 anni, di Sant’Ilario dello Ionio, moglie del santilariese Giuseppe Belcastro, 55 anni, ritenuto dalle forze dell’ordine e dai magistrati antimafia reggini a capo dell’omonimo clan operante nella Locride e in particolare a Sant’Ilario e dintorni. L’arresto della donna, comunque, trae origine dalla vasta operazione anticrimine compiuta alla fine dello scorso gennaio dalla Polizia di Stato e chiamata in codice “D o g v i lle”. Un blitz, questo, che sfociò nell’arresto di ben 5 persone, tra cui il boss Giuseppe Belcastro, accusate, a vario titolo, di estorsione, riciclaggio e usura; tutti reati, questi, aggravati dal fatto di avere anche agevolato la cosca mafiosa capeggiata dallo stesso Belcastro. A Grazia Marzano, comunque, è stato contestato, in concorso con Antonio Galizia, di 24 anni, e Domenico Musolino, di 57 anni, entrambi arrestati nelle settimane scorse – secondo quanto riferito dagli investigatori della Polizia di Stato – di aver costretto un imprenditore della zona, titolare di una ditta individuale, ad assumere formalmente Galizia prima come dipendente di una ditta gestita dalla vittima, poi come bracciante agricolo “in nero” dall’estate del 2011 a gennaio 2012 senza che lo stesso giovane svolgesse alcuna apprezzabile attività lavorativa. Nel corso, inoltre, dell’i nchiesta, altre analoghe situazioni (assunzione di braccianti agricoli, alcuni dei quali affiliati o “vicini” alla cosca e richieste periodiche di somme di denaro) sarebbero state scoperte dagli investigatori della Polizia. L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, avrebbe pure consentito di documentare le richieste di de naro, necessarie a pagare il “pizzo”, che talvolta sarebbero state soddisfatte mediate il pagamento, da parte dell’i mprenditore sottoposto ad estorsione, di assegni portati all’incasso da uno degli indagati. Il denaro liquido, successivamente, sarebbe sempre finito nelle mani del capocosca Giuseppe Belcastro, anche se già arrestato. Giuseppe Belcastro – s e c o ndo quanto hanno evidenziato ancora una volta gli investigatori della Polizia e i magistrati antimafia reggini – è ritenuto il capo indiscusso del clan Belcastro- Romeo che nel comune di S. Ilario dello Jonio, agli inizi degli anni ’90, ha dato vita ad una cruenta faida contro la cosca D’Agostino. Numerosi, fino all’estate del 2000, furono gli omicidi commessi. La mattanza si bloccò a seguito di una vasta operazione anticrimine compiuta dalla Polizia di Stato e chiamata in codice “Primaluce”.

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