Si stringe il cerchio attorno a Marcello Pesce, latitante da tempo. Ieri i Carabinieri del Comando provinciale di Reggio Calabria, del ROS e dello Squadrone Cacciatori hanno effettuato numerose perquisizioni e rastrellamenti nelle campagne rosarnesi. Il risultato dell’operazione è un arresto e un bunker sequestrato. Marcello Pesce è ricercato dalla notte del 26 aprile 2010, quando si diede alla macchia assieme al cugino Francesco detto “Ciccio “u testuni”, poi catturato. La sua caratura criminalesottolineano i carabinieriè evidenziata in modo esaustivo nel capo di imputazione contestatogli: «Promotore ed organizzatore del sodalizio, per aver svolto un rilevante ruolo di intermediazione, nell’ambito dell’incontro tra i vertici delle famiglie mafiose Bellocco e Pesce, al fine di redimere la faida nata in seguito all’omicidio Sabatino, oltre a compiti decisionali ed organizzativi nell’ambito della attività di traffico di stupefacenti e di reinvestimento dei profitti accumulati dalla cosca». Il suo profilo è stato tracciato dal pm Cerreti nell’ambito del processo All Inside. Negli ultimi mesi gli sforzi dell’Arma hanno portato alla cattura di tre ricercati: il 9 agosto di due anni fa, nelle campagne di Rosarno, veniva catturato Francesco Pesce “testuni”; il 22 luglio dell’anno scorso, a Catanzaro Marina, finiva nella rete degli inquirenti Domenico Arena (cognato del boss Vincenzo Pesce; infine, il 9 agosto del 2012, si chiudeva la latitanza di Roberto Matalone (cognato di Francesco Pesce), accerchiato e tratto in arresto mentre si trovava sulla spiaggia di Joppolo. L’importanza strategica di Marcello Pesce nelle dinamiche della cosca trova conferma anche durante la sua latitanza; Francesco “testuni”, a due giorni dalla sua cattura, scriveva in carcere un “pizzino” in cui indicava una serie di soggetti che avrebbero dovuto gestire gli affari della cosca durante la sua detenzione: tra i vari nominativi, vi era anche quello di Francesco Antonio Tocco, cognato di Marcello, che veniva tratto in arresto nel febbraio 2012 nell’ambito dell’operazione “Califfo 1”