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Quattro coltellate
alla compagna che
voleva lasciarlo

berei

Con la chiara intenzione di ucciderla, l’ha ripetutamente accoltellata davanti agli occhi atterriti della figlioletta, una bambina di appena due anni. Poi, all’arrivo della Polizia di Stato, ha tentato la fuga ma è stato arrestato. L’orribi - le vicenda si è verificata nella tarda serata di sabato a Bovalino in un’abitazione che al culmine di una violentissima lite familiare, scaturita per motivi passionali, si è trasformata in un mattatoio.  Protagonista una coppia di conviventi rumeni, domiciliati da tempo, come molti altri connazionali, nella cittadina bovalinese. Al culmine del violento litigio (la donna, a quanto pare, non voleva più saperne del compagno), ad avere la peggio è stata Adriana Berki, 27 anni, raggiunta da quattro coltellate sferratele con forza e chiara volontà omicida da Levente Berei, 42 anni. Le grida e il trambusto proveniente dall’abitazione dei due rumeni ha attirato l’attenzione di alcuni abitanti della zona che hanno subito telefonato al 113. Al tempestivo arrivo degli agenti della Polizia di Stato del commissariato di Bovalino, diretto dal vicequestore aggiunto Giovanni Arcidiacono, l’operaio rumeno Levente Berei ha cercato di fuggire saltando in strada dalla finestra, ma il suo tentativo di fuga si è rivelato vano. I poliziotti, con in testa il dott. Arcidiacono, dopo un lungo inseguimento per le vie del paese, sono riusciti a bloccarlo e ammanettarlo. La donna, priva di sensi e al centro di una gigantesca pozza di sangue, è stata subito soccorsa e trasportata dal personale medico e sanitario del 118 al Pronto soccorso dell’ospedale di Locri. Qui la giovane, che presentava gravi ferite tra cui la perforazione di un polmone, è stata subito trasferita con l’elisoccorso agli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria dove è stata sottoposta ad un lunghissimo (circa 6 ore) e delicato intervento chirurgico. Le sue condizioni sono state giudicate molto gravi e la prognosi riservata. Levente Berei, accusato di tentato omicidio, è stato, su disposizione dell’autorità giudiziaria, rinchiuso nel carcere di Locri in attesa di essere sottoposto all’interrogatorio di garanzia. La piccola, figlioletta solo della donna, trovata dai poliziotti con tutti i vestiti macchiati di sangue, è stata affidata a uno zio.

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