Com’era ovvio e giusto che fosse, l’ex consigliere regionale Antonio Rappoccio subirà un solo processo in cui dovrà rispondere di tutte le accuse (corruzione elettorale aggravata, associazione per delinquere, truffa e peculato) che gli sono state contestate e che l’hanno portato in carcere per sei mesi prima di ottenere il beneficio dei domiciliari. L’ha deciso, ieri, il Tribunale presieduto da Andrea Esposito (Catalano e Fiorentini a latere). Le due inchieste, dunque, che hanno viaggiato in parallelo, sono confluite in un unico procedimento «per evidenti ragioni di connessione e di altrettanto evidenti ragioni di economia processuale».
L’udienza di ieri è servita per il disbrigo delle questioni preliminari come l’ammissione delle liste testi e la costituzione delle parti. Saranno cinquantuno i testimoni che l’avvocato generale dello Stato, Franco Scuderi, che dopo l’avocazione del procedimento da parte della Procura Generale rappresenta la pubblica accusa, ha chiesto e ottenuto che vengano escussi in Aula.
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