I toni erano pacati, la lettura dei numeri implacabile. Il ragionamento politico sottile e acuminato con un solo obiettivo finale: demolire Giuseppe Scopelliti che, nelle vesti di coordinatore regionale del Pdl, ha sbagliato. Su tutta la linea. E poco importa se il Pdl (pardòn: Scopelliti) ha vinto la battaglia del Senato, perché «con un altro approccio si sarebbe vinto pure alla Camera», ha stigmatizzato Raffa.
Nino Foti: «Alla Camera il Pdl ha perso per circa 120.000 voti e in Calabria ne abbiamo persi 215.000. Mi domando: se ci fosse stato qualche candidato in più non sarebbe servito alla causa? Ma se i candidati del Pdl stavano diventando anche 17 la colpa è certo del coordinatore regionale».
È quanto meno singolare che all’interno dello stesso partito ci sia chi parli di vittoria e chi di sconfitta. La fragile tregua tra le due anime del partito berlusconiano si è già sbiadita. E mentre gli “scopellitiani” ancora brindano perché per la prima volta la città di Reggio avrà tre senatori (quattro in totale aggiungendo anche il democrat Marco Minniti) gli amici di Nino Foti preferiscono riflettere su come fermare l’emorragia di voti e rilanciare l’azione politica sul territorio.
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