Stavolta l’Orsa marittimi non ha graffiato la Caronte&Tourist, com’era accaduto in occasione di due precedenti scioperi organizzati in autunno dal sindacato autonomo di base, prima che la società e tutte le altre sigle raggiungessero l’accordo sugli esodi incentivati. Ieri ben 4 navi su 5 hanno regolarmente navigato, e qualche momento di tensione s’è registrato solo in relazione alla riduzione della tabella d’arma - mento di una corsa da Messina a Villa, da 12 a 10 uomini, con il conseguente decremento dei passeggeri a piedi. Fin dall’inizio però, si è avuta la netta percezione che nonostante i motivi dichiarati (dal tema degli esuberi al mancato rinnovo dell’integrativo, al cosiddetto “disfacimento del quinto turno”) solo i lavoratori iscritti all’Orsa, il 25 per cento della forza lavoro a tempo indeterminato secondo le stime del sindacato, avevano aderito. Si conferma, dunque, la maggioritaria adesione del personale a quel percorso di risoluzione della vertenza – i 69 esuberi conseguenza del calo dei traffici – che è stato già positivamente seguito, come rimarcato dai vertici di Caronte&Tourist, per 41 pratiche di pensionamento anticipato. Resta la polemica: «Gli aderenti all’Orsa – sottolinea il segretario regionale Mariano Massaro – hanno risposto compatti alla protesta per reclamare il rispetto dei loro diritti e la legittima rappresentanza ai tavoli di trattativa da cui la società Caronte continua ad escludere solo questo sindacato autonomo, giudicato scomodo interlocutore.
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