Obiettivo di tutti è accertare la verità sull’ipotesi depistaggio inerente la bomba fatta esplodere all’ingresso della Procura generale il 3 gennaio 2010. Di fronte alla richiesta dei difensori di Maurizio Cortese, gli avvocati Luca Cianferoni e Giacomo Iaria, di ampliare l’istruttoria dibattimentale nel processo “Epilogo”, citando sul banco dei testimoni «tutti quei rappresentanti istituzionali che possano contribuire a fare chiarezza su chi ha disegnato il piano di addossare le responsabilità dell’attentato alla cosca Serraino», si è però registrata una prima, risoluta e convincente, opposizione del pm Giuseppe Lombardo: «Dobbiamo, però, dividere i fatti dalle suggestioni. Non ho alcuna difficoltà a prestare il mio consenso all’acquisizione dei verbali di udienza relativi al processo di Catanzaro, di certo non abbiamo segreti di Pulcinella da tutelare, ma non è possibile fare un’indagine dibattimentale su ipotesi di reato che non rientrano fra quelle contestate agli odierni imputati».
Quindi un no sulla richiesta di sentire i procuratori Giuseppe Pignatone e Salvatore Di Landro, l’ex capo della Squadra Mobile, Renato Cortese, lo “spione” Giovanni Zumbo, il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Beppe Pisanu, e del Comitato di controllo sui Servizi Segreti, Massimo D’Alema.