Il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Palmi, dott. Paolo Ramondino, ha proceduto ieri all'interrogatorio di garanzia dei cinque arrestati dell'operazione “Tramonto”. Giulio Bellocco, 62, anni, e i figli Berto, 27, Antonio detto Totò, 25, Carmelo, 26, e Domenico, 32, assistiti dai difensori di fiducia, avvocati Gregorio Cacciola, Pasquale Galati, Vincenzo Borgese e Guido Contestabile, sono comparsi davanti al Gip che, a quanto si è potuto apprendere malgrado il grandissimo riserbo che circonda tutta la vicenda, ha rivolto loro domande precise sulle presunte responsabilità e sugli indizi di colpevolezza con specifico riferimento ai reati contestati. I componenti del nucleo famigliare di San Ferdinando, meno Berto Bellocco, che ha risposto respingendo le accuse e responsabilità in ordine a quanto sostenuto nel provvedimento restrittivo emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere. L'interrogatorio è andato avanti a lungo e al termine il Gip Ramondino si è riservato ogni decisione, lasciando intendere, comunque, che entro domani, ovvero entro i termini previsti, saranno adottati e resi noti i provvedimenti di conseguenza. A Giulio Bellocco e ai figli destinatari con lui del provvedimento restrittivo sono contestati i reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, finalizzata a commettere estorsioni, usura nonché quello di violenza privata e della intestazione fittizia di beni diversi. Con loro risponde anche Aurora Spanò, compagna dello stesso Giulio Bellocco, già indagata per altri reati e già detenuta per altri episodi che si sarebbero registrati in particolare a San Ferdinando e dei quali la stessa sarebbe stata protagonista in tempi diversi. I cinque Bellocco e la donna sono considerati dagli inquirenti i vertici, ovvero gli elementi di spicco di quella che è considerata una vera e propria cosca operante a San Ferdinando e dintorni.