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Estorsione alla sala
scommesse, 3 condanne
a sei anni di carcere

 Il finimondo dopo la sentenza che ha condannato i tre presunti estortori sul banco degli imputati nel processo “Azzardo”. Urla, minacce e parole grosse hanno caratterizzato i minuti successivi alla lettura della sentenza del presidente del Tribunale collegiale, Olga Tarzia, che ha inflitto una condanna a sei anni di reclusione nei confronti di Vincenzo Nettuno, Gennaro Gennarini e Terenzio Minniti. I tre presunti estortori dell’imprenditore Gaetano Caminiti, titolare di una sala giochi e centro scommesse nella frazione di Pellaro. È un verdetto pesante quello emesso ieri pomeriggio a conclusione del processo “Azzardo”. Ad incassare sei anni di carcere (oltre ad un’ammenda da 1250 euro, oltre ad una provvisionale da 5000 euro) non ci stanno proprio i tre imputati. Vincenzo Nettuno ha sfogato addirittura rabbia e delusione colpendo con una manata il vetro protettivo della gabbia. Un gesto di disapprovazione che ha innescato una clamorosa scena di polemica disapprovazione da parte di amici e parenti dei tre giovani sotto accusa. La parte offesa, l’imprenditore Gaetano Caminiti che ha denunciato i tre presunti taglieggiatori ed è costretto a vivere sotto scorta per le continue minacce ed intimidazioni che continua a subire da quando ha raccontato ai magistrati il tentativo di estorsione subito, è costretto a lasciare l’aula delle udienze in anonimato guardato a vista dai militari che svolgono servizio di tutela. Ed un gran lavoro per riportare la calma, e il rigoroso rispetto delle regole che vige sempre e comunque in qualsiasi Tribunale, è toccato a polizia e carabinieri che operano, sempre all’insegna dell’efficienza e della professionalità, nell’aula bunker.

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