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Aquino ha scelto
di non rispondere

rocco aquino

Rocco Aquino si è avvalso della facoltà di non rispondere all’interrogatorio di garanzia, professandosi innocente rispetto alle accuse contenute nei suoi confronti nell’ordinanza di custodia cautelare in carcere “Metropolis” notificategli nel carcere dell’Aquila dove si trova recluso in regime di 41-bis. Il 62enne, presunto boss dell’omonima famiglia di Marina di Gioiosa Ionica, assistito dall’avv. Giuseppe Scenna del foro dell’Aquila, in sostituzione del legale di fiducia, avv. Riccardo Misaggi del foro di Locri, ha scelto di non rispondere alle domande del gip competente per territorio, delegato dal magistrato reggino, giudice Massimo Minniti, firmatario della misura su richiesta della Procura distrettuale di Reggio Calabria. Nell’ambito dell’inchiesta denominata “Metropolis”, eseguita martedì scorso dalla Guardia di Finanza, nei confronti di venti persone, Rocco Aquino in particolare viene ritenuto un «socio occulto » e «amministratore di fatto » insieme a Rocco Morabito, delle società “Bella Calabria srl”, “BC Immobiliare srl”, entrambe con sede sociale a Bianco, all’interno delle quali il 62enne gioiosano avrebbe attribuito in maniera fittizia la titolarità formale delle quote sociali ai coindagati Domenico Vallone e Francesco Arcadi. Rocco Aquino, secondo la ricostruzione degli investigatori delle Fiamme gialle, sarebbe altresì «socio occulto» anche delle società “Isca dream srl” e “Lagano Costruzioni srl”, con sede a Isca sullo Ionio, in provincia di Catanzaro. L’indagato Aquino avrebbe inoltre intestato fittiziamente alla società “I m m o b iliare costruzioni turistiche srl”, con sede a Caulonia, la titolarità dei complessi immobiliari ubicati nello stesso comune ionico denominati  ma concrete, spiegando la linearità degli investimenti e dei movimenti di denaro, completamente tracciabile, che proveniva dagli acquirenti stranieri degli immobili gestiti dalla società che gestiva insieme ad altri soci. Domenico Vallone, rispondendo alle domande del Gip distrettuale reggino, ha spiegato i movimenti economico-finanziari della società, escludendo rapporti con soggetti terzi, tranne che con l’i n g egnere Bruno Verdiglione, altro coindagato dell’i n c h i esta, fino a quando quest’u l t imo si è «messo in proprio ».

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