Appartengono ai pregiudicati Francesco Coluccio, 42 anni, alias “u ‘nzurru”, di Roccella Jonica, e a Maurizio Femia, 39 anni, alias “u titta”, di Marina di Gioiosa, i corpi carbonizzati e irriconoscibili trovati dagli investigatori del Commissariato di Siderno il 21 febbraio scorso all’interno dell’Alfa Romeo 147 in uso a Coluccio in contrada collinare Domolà di Caulonia. Anche se ormai, a distanza di quasi un mese, erano rimasti davvero pochi dubbi sull’identità dei due cadaveri vista, dal 20 febbraio scorso, l’irreperibilità di entrambi, la conferma ufficiale è arrivata nella tarda mattinata di ieri a Locri. A chiudere il cerchio sulla vicenda e quindi sulle generalità dei due corpi trovati carbonizzati sono stati gli esami del Dna il cui esito, appunto, è stato consegnato ieri mattina, negli uffici della Procura di Locri, dagli esperti e preparati medici legali reggini, Aldo e Anna Barbaro al sostituto procuratore, dottoressa Rosanna Sgueglia, titolare dell’indagine. Stabilita l’identità dei due corpi, resi irriconoscibili dalle fiamme che hanno divorato anche l’automobile, i medici legali si concentreranno ora sulle modalità di esecuzione del duplice assassinio. A parte l’ormai quasi sicuro utilizzo di una pistola calibro 7,65 da parte dei sicari, Coluccio e Femia, stando a quanto emerso in questi ultimi giorni – ma non ancora confermato appieno dalla seconda e più capillare verifica che sarà fatta dagli esperti medici legali – avrebbero conosciuto «una morte particolarmente violenta». Per uccidere i due, quindi, i killer potrebbero non aver utilizzato solo l’arma da sparo i cui bossoli, almeno due, sono stati tra l’altro trovati all’interno dell’Alfa Romeo 147. I due, insomma, potrebbero essere stati sottoposti a sevizie o torture. Non essendo affiliati ad alcun clan della zona, Coluccio (obiettivo principale dell’agguato mortale) e Femia sarebbero stati eliminati in modo plateale per il loro modo di fare totalmente anarchico, su una fetta di territorio, compresa tra Marina di Gioiosa, Roccella e Caulonia, interamente controllata dai clan. Soprattutto, da un semestre a questa parte, si sarebbero resi protagonisti di diverse azioni delittuose, alcune delle quali gravi, decise e compiute in forma autonoma e quindi senza l’assenso delle “famiglie” che ritengono di avere nelle zone interessate il controllo del territorio. Per quanto, infine, concerne le indagini sulle fasi del duplice omicidio, gli investigatori della Polizia ritengono che le due vittime, nel tardo pomeriggio del 20 febbraio scorso, siano state attirate in una zona di campagna verosimilmente di Caulonia, in un vero e proprio tranello da parte di una persona della quale i due – ma in particolare Coluccio – si fidavano. Nel luogo dell’appuntamento i due, colti di sorpresa, sono stati brutalmente uccisi. I killer (ad agire sarebbero stati almeno in due), avrebbero poi caricato i due cadaveri tra il cofano e la parte posteriore dell’Alfa Romeo 147 di Coluccio, e portati nell’isolata zona di campagna di Domolà di Caulonia. Dove sono stati ritrovati.