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Omicidio Pioli, prime
verità dall’autopsia
Due lesioni sul cranio

Fabrizio Pioli

È iniziata a mezzogiorno di ieri l’autopsia sul corpo di Fabrizio Pioli, l’elettrauto di Gioia Tauro ucciso e il cui corpo è stato ritrovato a distanza di un anno dal delitto. Il cadavere del 38enne è stato trasferito dagli Ospedali Riuniti di Reggio Calabria al Policlinico Universitario di Messina. L’incarico è stato affidato dalla Corte d’Assise del Tribunale di Palmi al dottor Giulio Di Mizio. Il medico legale ha iniziato, unitamente ai consulenti delle parti, le verifiche sul cadavere che si sono concluse intorno alle 19 e 30 di ieri sera. L’esame autoptico non è concluso; il ctu dovrà riprendere gli accertamenti sul cadavere del 38enne, il cui corpo è stato ritrovato alcuni giorni fa. Lunedì sera comunicherà agli altri consulenti di parte, tutti presenti durante la prima parte degli esami, la data in cui il tutto riprenderà. Probabilmente si proseguirà nella giornata di mercoledì e dopo quella data si potrà pure sapere quando si potrebbero svolgere i funerali a Gioia Tauro. Il medico avrà 60 giorni di tempo per consegnare la relazione e oltre alle cause della morte di Fabrizio dovrà effettuare l’esame del dna. Intanto, in base alle prime indiscrezioni venute fuori nella serata di ieri, pare che nella regione della testa siano state riscontrate due lesioni. Ora c’è da capire se i due colpi sono ferite autonome oppure sono collegate. Nei prossimi giorni arriveranno riscontri più concreti. Di certo dopo il blocco per una questione di carattere tecnico, le operazioni sul corpo di Pioli sono finalmente partite. È stata la Corte d’Assise a sbloccare lo stallo nominando un altro medico per l’autopsia al posto di Mario Matarazzo (che dovrebbe restare il perito di parte della Procura), individuato in un primo momento dall’ufficio diretto dal procuratore capo Giuseppe Creazzo. La parola definitiva spetterà al dottor Di Mizio quando completerà l’esame autoptico. Alla data della prossima udienza del processo che si celebra a Palmi tutta la relazione dovrebbe essere depositata. In ogni caso anche la procura, le parti civili e le difese delle parti consegneranno le rispettive conclusioni. A giudizio, ricordiamo, c’è l’i ntera famiglia di Antonio Napoli, accusata di omicidio e occultamento di cadavere.

 

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