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Recasi, i dubbi sulle scelte dei commissari

 

«Provvedimento contraddittorio, non coerente con le previsioni normative, incompatibile con il contesto sociale ed economico del territorio». Il presidente della Recasi boccia l'operazione con cui i commissari di palazzo San Giorgio nell’ambito del piano di rientro stanno procedendo verso la dismissione delle quote pubbliche delle società miste con l’eventuale scioglimento in caso di esito negativo. In una conferenza stampa molto partecipata Franco Germanò lancia l’ennesimo invito (già tre volte ho depositato la richiesta in segreteria) ad un incontro con la triade commissariale. «Professionisti che hanno un ruolo delicatissimo che hanno capacità e competenze per svolgerlo al meglio, ma che i consulenti indirizzano verso scelte che pare siano dirette a far tornare la città indietro di 20 anni». Germanò passa in rassegna gli aspetti strettamente tecnici che poco convincono, a partire dai margini discrezionali che consentirebbero di non applicare la norma: «L’articolo 4 comma tre del decreto legislativo 95/2012 infatti recita “le disposizioni non si applicano alle società  che gestiscono banche dati strategiche per il conseguimento di obiettivi economico finanziari”. E ancora le stesse applicazioni non si applicano “qualora le peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto anche territoriale di riferimento non sia possibile per l’amministrazione pubblica controllante un efficace e utile ricorso al mercato”». Un dettato che trova «piena coincidenza con le attività svolte dalla nostra società».

«Provvedimento contraddittorio, non coerente con le previsioni normative, incompatibile con il contesto sociale ed economico del territorio». Il presidente della Recasi boccia l'operazione con cui i commissari di palazzo San Giorgio nell’ambito del piano di rientro stanno procedendo verso la dismissione delle quote pubbliche delle società miste con l’eventuale scioglimento in caso di esito negativo. In una conferenza stampa molto partecipata Franco Germanò lancia l’ennesimo invito (già tre volte ho depositato la richiesta in segreteria) ad un incontro con la triade commissariale. «Professionisti che hanno un ruolo delicatissimo che hanno capacità e competenze per svolgerlo al meglio, ma che i consulenti indirizzano verso scelte che pare siano dirette a far tornare la città indietro di 20 anni». Germanò passa in rassegna gli aspetti strettamente tecnici che poco convincono, a partire dai margini discrezionali che consentirebbero di non applicare la norma: «L’articolo 4 comma tre del decreto legislativo 95/2012 infatti recita “le disposizioni non si applicano alle società  che gestiscono banche dati strategiche per il conseguimento di obiettivi economico finanziari”. E ancora le stesse applicazioni non si applicano “qualora le peculiari caratteristiche economiche, sociali, ambientali e geomorfologiche del contesto anche territoriale di riferimento non sia possibile per l’amministrazione pubblica controllante un efficace e utile ricorso al mercato”». Un dettato che trova «piena coincidenza con le attività svolte dalla nostra società».

 

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