Ammonta a circa 500 mila euro il valore dei beni sottoposti a confisca di proprietà o riconducibili al sidernese Riccardo “Franco” Rumbo, 51 anni, elemento di primo piano – secondo le forze dell’ordine e i magistrati della Dda di Reggio Calabria – della potente e ramificata cosca “madre” dei Commisso di Siderno. Il provvedimento di confisca, notificato dagli agenti della Polizia di Stato del commissariato di Siderno diretto dal dott. Cimino, è stato emesso, a seguito della richiesta avanzata dal questore Guido Longo nell’autunno del 2011, dai giudici della sezione misure di prevenzione del Tribunale di Reggio Calabria. In esecuzione del decreto di confisca, emesso dai giudici reggini, i sigilli sono stati apposti ai seguenti beni: patrimonio aziendale della ditta individuale Santo Rumbo “I viaggi di Litta” – agenzia viaggi; patrimonio sociale e quote della “Idea Sviluppo sas di Santo Congiusta C.”, impresa impegnata nell’acquisto, la gestione e la permuta di fabbricati di qualsiasi natura;patrimonio sociale e quota sociale della “Colorando Srl” ditta import- export di materiali per l’edilizia; patrimonio sociale e quote sociali della “Euroceramiche di Giuseppe Figliomeni e C.” ditta di lavori edili e vendita di materiale edile, arredamenti per bagni e rubinetterie e un terreno intestato alla società “Idea Sviluppo sas di Santo Congiusta”. Oltre alla confisca dei beni, a Riccardo Rumbo è stata pure applicata la misura della sorveglianza speciale per 4 anni. Il destinatario della confisca e della misura di sorveglianza era stato arrestato nell’ambito dell’operazione denominata “Bene comune- Recupero”, insieme con altre 52 persone ritenute responsabili di avere costituito la consorteria “Rumbo-Galea-Figliomeni”, clan attivo nella Locride e in Calabria, ben rappresentato pure in Canada, strettamente collegato alla cosca Commisso di Siderno. Una consorteria – hanno ancora una volta evidenziato i giudici reggini e gli investigatori della Polizia di Stato di Reggio Calabria e Siderno – dedita al controllo mafioso del territorio ed alla commissione di una serie di reati tra cui estorsioni, delitti contro la persona, intestazione fittizia di attività economiche a prestanome, riciclaggio e traffico di sostanze stupefacenti. L’operazione “Bene comune- Recupero” trae, tra l’altro, origine dal mega blitz antimafia noto col nome “Crimine”. Nell’ambito dell’inchiesta sfociata il 13 luglio 2010 nel fermo di 180 persone (altrettante erano state arrestate in esecuzione di un’ordinanza emessa dal gip di Milano), era emersa l’esistenza di un’organizzazione di ’ndrangheta radicata a Siderno il cui elemento di vertice del “mandamento” jonico” era Giuseppe Commisso, alias “U mastru”.