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Rigassificatore, sono
tanti i nodi per la Lng

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La parte conclusiva del procedimento di costruzione del mega rigassificatore di Gioia Tauro è appena partita ma l’avvio materiale dei lavori per la realizzazione dell’impianto non è poi tanto sicuro. La Lng Medgas Terminal, la società che intende costruire l’impianto, in possesso di tutte le autorizzazioni e in attesa solamente dell’ok finale al progetto esecutivo, infatti, attende di conoscere quali siano le linee del nuovo esecutivo in tema di impianti energetici. Questo alla luce delle mutate condizioni, rese note anche dal ministero dello Sviluppo Economico, relative al mercato dello stoccaggio del gas. La spinta del 2012 rispetto alla crisi dell’approvvigionamento del gnl che portò il ministero dell’Ambiente guidato da Corrado Clini a firmare il decreto autorizzativo all’opera, sembra passata e quindi ora è da capire la nuova strategia sul fronte dei rigassificatori che il nuovo governo prenderà. La decisione non è di poco conto in quanto dalle linee guida dipenderà anche la concessione di incentivi per la costruzione di queste grandi opere. Secondo quanto riportato dal quotidiano economico “Il Sole 24ore” dopo un primo slancio su queste grandi infrastrutture ci sarebbe una frenata. Addirittura si ipotizza che dei tre progetti in procinto di essere completati e portare a termine soltanto uno di questi potrebbe effettivamente nascere. Si tratta pur sempre di investimenti privati nel campo energetico ma comunque il tutto è legato all’attività programmatoria dell’esecutivo. Livorno, Porto Empedocle e Gioia Tauro sono i progetti in fase più avanzata e su queste direttrici si giocherà la partita. Secondo il cronoprogramma probabile dell’opera calabrese: i cancelli dei cantieri si dovrebbero aprire subito dopo l’estate. Il tempo di aggiornare il progetto esecutivo e di attendere la riunione del Consiglio Superiore dei Lavori pubblici che dovrà esprimersi sulla verifica delle prescrizioni già impresse per ben due volte al grande impianto che dovrebbe essere costruito nell’area portuale di Gioia Tauro. In questo periodo gli scenari nazionali potrebbero essere più chiari: il governo, seppur “a tempo” dovrebbe essere formalizzato ma la mancanza di una forza politica forte potrebbe provocare una linea sull’energia non chiara. Dalla spinta del ministro Corrado Passera, ora occorrerà capire gli sviluppi e la Lng, che con Berlusconi al governo ha dovuto sudare parecchio per fare uscire dal pantano il progetto di Gioia Tauro quasi apertamente osteggiato da quell’esecutivo, attende di capire se occorre effettivamente puntare sul sito calabrese dal momento che per l’investimento servono tantissimi soldi. Realizzare una mega opera, non vista di buon occhio neppure dal mercato energetico dell’Est Europa in questo periodo di grave crisi economica, passa anche da questi passaggi politico-governativi. Iride e Sorgenia hanno dichiarato che Gioia Tauro è un’opera importante ma sui tempi di apertura dei lavori non si pronunciano. Eppure hanno quasi tutto: mancano solo i dettagli, malgrado pure quanto affermato dal ministero dello Sviluppo Economico che reputa essenziale la pronuncia del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici. Ma dalla lettura del “Decreto Sviluppo” non sembra proprio così.

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