«L’Amministrazione comunale non può più tollerare il mantenimento in attività della discarica di (...). Stanca di attendere, da parte della commissione incaricata di gestire l’emergenza rifiuti in Calabria, provvedimenti di dismissione definitiva, lancia un ultimatum alle autorità dello Stato a tutti i livelli e preannuncia di essere disposta ad attuare azioni clamorose “pur di mettere fine a una situazione divenuta insopportabile ed insostenibile sul piano istituzionale, ambientale e sociale”». Quanto sopra sembra scritto ieri, o comunque in queste settimane (o mesi) da quando la città, la provincia (e in verità l’intera regione) continuano a soffrire per “l’emergenza” rifiuti. Ma il Comune oggi è affidato alla commissione straordinaria e la discarica cui si fa cenno è quella di... Longhi-Bovetto. L’emergenza alla quale si fa riferimento, quindi, è temporalmente collocata nel 1998! E già all’epoca l’impianto di Sambatello era l’unica “via di fuga” rispetto al problema rifiuti. «Il sistema potrà avvalersi, oltre che di un metodo di raccolta multimariale, secco/umido, già programmato, dell’impianto di Sambatello recuperato a ruolo funzionale e di utilità sociale» così riferiva l’assessore comunale del tempo, Nuccio Barillà, che rispetto a Sambatello informava come «è previsto, nel Piano regionale, il completamento dei lavori, la revisione delle apparecchiature, il ripristino (o la sostituzione) della vasca-discarica di servizio. Quest’intervento avrà a disposizione, per come previsto nel Piano regionale dei rifiuti, 7 miliardi (di ex lire ndr) di cui 3,5 con fondi regionali. Inoltre è prevista per Reggio, individuata quale capofila di un degli Ambiti territoriali ottimati (Ato) previsti dallo stesso Piano, una nuova linea di valorizzazione per raccolta differenziata per 45 mila tonnellate annue. Prende così corpo l’obiettivo di creare nella vallata del Gallico un moderno polo industriale incentrato sul trattamento dei rifiuti, capace di comprendere anche la nuova piattaforma di stoccaggio dei materiali da raccolta differenziata (parte secca), progettata con “Urban” e che in questi giorni è all’attenzione del Consiglio comunale, e il nuovo impianto di trattamento degli inerti finanziato con progetti di lavori di pubblica utilità. Un programma che rischia però di essere totalmente vanificato se non si avranno risposte immediate per la fase di transizione. Quando avevamo chiesto il commissariamento della Regione, chiedevamo certo soluzioni in prospettiva, ma soprattutto soluzioni per lo smaltimento dei rifiuti che noi non riuscivamo a risolvere in ambito comunale». Quasi 15 anni dopo, Comune e Regione devono sempre fare i conti con “l’emergenza” e ciò induce ad assumere decisioni dal sapore dejà vu: dopo il sopralluogo effettuato il 28 marzo u.s. da personale del Dipartimento regionale Politiche dell’ambiente a Sambatello, l’unica soluzione è «il ricorso alle previsioni dell’art. 191 del D.Lvo n. 152/2006 e ss.mm.ii. per utilizzare il corpo della vecchia discarica (la vasca nella foto sotto ndr) per lo stoccaggio temporaneo delle balle prodotte nell'impianto stesso». Tra gli interventi prioritari individuati - ora come allora - la messa in sicurezza della vasca di Sambatello per “governare” il flusso del percolato. Inutile dire che si tratta di un provvedimento- tampone. E purtroppo la storia c’insegna quanto, in questa terra, la “provvisorietà” si trasformi facilmente in status quo.
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