La Procura di Bologna ha fatto ricorso al Riesame per chiedere il riconoscimento dell' aggravante mafiosa all'associazione a delinquere per 24 persone, arrestate nell'inchiesta 'Black Monkey'. Tra gli altri, per Nicola Femia, 52 anni, ritenuto un boss della 'ndrangheta. Con il faccendiere piemontese Guido Torello, Femia e' uno dei due interlocutori intercettati dalla Gdf, in una telefonata dove si parlava di "sparare in bocca" al giornalista della Gazzetta di Modena, Giovanni Tizian. Il cronista, che subito dopo fu messo sotto protezione, aveva scritto un articolo in cui associava Femia alla criminalità organizzata. La richiesta della Dda (pm Francesco Caleca) si è discussa oggi davanti al collegio del Riesame (Arceri, Raimondi, Migliori) che si è riservato la decisione. Lo scorso 23 gennaio il Gip Bruno Perla aveva emesso 29 ordinanze di custodia cautelare che andavano a smantellare un'organizzazione che, secondo la Dda, faceva profitti con il gioco illegale on line e con le slot manomesse. Erano 150 gli indagati e al vertice, per gli inquirenti, c'era proprio Femia, residente da anni nel Ravennate. Il giudice non aveva però confermato l'associazione a delinquere di tipo mafioso, derubricandola in associazione a delinquere semplice, la Procura ha fatto ricorso. Tra le altre, sono in discussione le posizioni di Femia (detenuto a Parma e difeso dall'avvocato Fausto Bruzzese), dei figli Nicola Rocco e Guendalina (avvocato Matteo Murgo), oltre che quella di Torello.