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Omicidio Izzo,
la droga pista
privilegiata

alfredo izzo

Ha atteso, appostato e ben nascosto nelle vicinanze dell’abitazione, che Alfredo Izzo, trentenne di Bovalino, uscisse dalla sua casa per salutare sorella e cognato, per ucciderlo con alcune micidiali scariche di lupara. Un’esecuzione in pena regola mentre la vittima si apprestava a chiudere il cancello di casa. Una missione di morte, pertanto, studiata e pianificata nei minimi particolari e quindi portata a termine con spietatezza dal killer professionista e perfetto conoscitore del territorio dove agire e compiere l’efferato agguato firmato dalla criminalità organizzata aspromontana. Così, nella tarda serata di venerdì scorso, come anticipato dal nostro giornale nell’edizione di ieri, è stato assassinato all’estrema periferia di Bovalino, lungo la Statale 112 che conduce nei centri collinari e montani dell’Aspromonte, Alfredo Izzo, 30 anni, già noto alle forze dell’ordine per via di precedenti in materia di detenzione di sostanze stupefacenti. Il giovane, proprio per via dei guai giudiziari che si erano materializzati a seguito del suo arresto, scattato a giugno del 2011 in Sicilia, in provincia di Siracusa, si trovava ancora agli arresti domiciliari a Bovalino nell’abitazione di famiglia. Izzo, unitamente al siciliano Francesco Messina, 61 anni, era stato arrestato dai carabinieri alla fine di giugno 2011 poiché sorpreso, all’interno dell’area di servizio situata nelle vicinanze dello svincolo autostradale di Siracusa Nord, mentre stava cercando di cedere al siracusano Messina circa mezzo chilo di cocaina. Per eludere qualche eventuale controllo con l’utilizzo, da parte delle forze dell’ordine, dei cani antidroga, il panetto di stupefacente, contenuto in un involucro di plastica, era stato ricoperto con uno strato di peperoncino piccante calabrese. Venerdì sera, pochi minuti prima delle 22, non appena Izzo è stato a tiro il killer ha utilizzato un fucile da caccia calibro 12 caricato a pallettoni. Quattro i colpi sparati in direzione del giovane bovalinese. A colpire Alfredo Izzo, causandone il decesso immediato, è stata la prima fucilata e parte della seconda, indirizzate a volto e torace; terzo e quarto colpo di lupara, invece, sono andati a vuoto. Trovandosi ancora a poca distanza dal luogo del delitto, sia la sorella sia il cognato della vittima, anche per via dell’oscurità e della paura, non appena hanno udito le detonazioni – hanno riferito agli investigatori della Polizia di Stato di Bovalino guidati dal vicequestore Giovanni Arcidiacono –di essersi gettati a terra per proteggersi e di non aver visto nulla ma solo, appunto, di aver distintamente udito le fucilate che hanno squarciato il silenzio della notte. Dopo aver compiuto l’agguato mortale, il killer, portandosi con sé l’arma, si è subito allontanato dal luogo del delitto, aiutato a quanto pare da un complice che lo aspettava a poca distanza a bordo di un veicolo, senza lasciare tracce. Senza esiti positivi si sono rivelati i controlli e le perquisizioni effettuate nel corso della notte e nella mattinata di ieri dagli investigatori della Polizia di Stato del commissariato di Bovalino. Pur non tralasciando al momento alcuna pista investigativa, il lavoro della Polizia di Stato, coordinato dal sostituto procuratore di Locri, Debora Rizza, è in particolare concentrato sul traffico di droga gestito dalla criminalità organizzata aspromontana. Su incarico del sostituto procuratore saranno i medici legali Pietro Tarzia e Rocco Pistininzi ad eseguire, domani l’autopsia sul cadavere di Alfredo Izzo.

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