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Stangata del pm alla gang dei rapinatori

L'interno dell'aula bunker di Reggio durante la deposizione di un pentito

 

Una stangata in piena regola, una mazzata senza precedenti. La mano pesante dell’ufficio di Procura si è abbattuta pesante ben oltre ogni pessimistica previsione nei confronti della gang delle rapine nelle abitazioni degli anziani. Il pm Paolo Sirleo ha concluso ieri una severissima requisitoria chiedendo al Tribunale collegiale (presidente Emanuela Romano, giudici a latere Desenzano e Fiorentino) di infliggere complessivamente 207 anni di carcere nei confronti degli otto imputati. 
Nel dettaglio le richieste dell’accusa per i reati di associazione per delinquere, rapina aggravata, lesioni aggravate e sequestro di persona sono state: Fabio Calù (30 anni di carcere), Carmelo Calù (30 anni), Antonio Caracciolo (30 anni), Domenico Palmisano (30 anni), Giovanni Bellantoni (27 anni), Salvatore Bonura (11 anni), Mirko Falcomatà (16 anni) e Demetrio Monorchio (23 anni).
Il pubblico ministero non ha riconosciuto il principio della continuità rispetto alla seria di rapine che sarebbero state messe a segno dagli imputati del processo “Barracuda”, costretto quindi a fermarsi alla soglia massima dei trent’anni di reclusione prevista dalla legge.

Una stangata in piena regola, una mazzata senza precedenti. La mano pesante dell’ufficio di Procura si è abbattuta pesante ben oltre ogni pessimistica previsione nei confronti della gang delle rapine nelle abitazioni degli anziani. Il pm Paolo Sirleo ha concluso ieri una severissima requisitoria chiedendo al Tribunale collegiale (presidente Emanuela Romano, giudici a latere Desenzano e Fiorentino) di infliggere complessivamente 207 anni di carcere nei confronti degli otto imputati. Nel dettaglio le richieste dell’accusa per i reati di associazione per delinquere, rapina aggravata, lesioni aggravate e sequestro di persona sono state: Fabio Calù (30 anni di carcere), Carmelo Calù (30 anni), Antonio Caracciolo (30 anni), Domenico Palmisano (30 anni), Giovanni Bellantoni (27 anni), Salvatore Bonura (11 anni), Mirko Falcomatà (16 anni) e Demetrio Monorchio (23 anni).Il pubblico ministero non ha riconosciuto il principio della continuità rispetto alla seria di rapine che sarebbero state messe a segno dagli imputati del processo “Barracuda”, costretto quindi a fermarsi alla soglia massima dei trent’anni di reclusione prevista dalla legge.

 

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