Dopo le segreterie delle organizzazioni sindacali, di fronte alla mancanza di risposte da parte della politica e delle istituzioni, sono stati gli stessi lavoratori del centro commerciale “La Perla dello Stretto” a chiedere di avere voce. Lo hanno fatto presenziando, più che manifestando, per circa un’ora, ieri mattina, di fronte all’ingresso di quel centro commerciale cui avevano affidato speranze e futuro. Perché dopo anni in cui un esercizio dopo l’altro in quel centro ha chiuso i battenti, oggi si torna a sperare: dapprima la costituzione del nuovo consorzio commerciale, dopo che molti imprenditori hanno acquistato i locali da Unicredit; poi le voci sempre più insistenti che a brevissima scadenza (si parla di maggio-giugno) la Perla ripartirà con un punto vendita di Euronics e un ipermercato come Auchan, oltre a ben 39 negozi. Gli ex lavoratori della Romeo srl e della Eldo «vogliono certezze e non solidarietà», come recitavano ieri i loro striscioni, perché sono stanchi di «silenzio e indifferenza sul nostro futuro». Il 26 marzo scorso i sindacati Filcams Cgil Rc-Locri e Fisascat Cisl Rc avevano scritto al prefetto, al presidente Raffa, all’assessore regionale Caridi e al sindaco della città La Valle chiedendo di «dare il via a un tavolo tecnico per la tutela del personale ex dipendente presso il Centro commerciale La Perla dello Stretto ». Nulla di nulla: nessun tavolo e neppure uno straccio di risposta. L’amarezza monta; la disperazione è tanta; la paura che altri possano essere assunti al loro posto li terrorizza. L’incertezza e la non conoscenza il peggiore nemico: «Non possiamo vivere in questo stato di cose. Sappiamo – dice Giuseppe, ex addetto vendita – che un piano del centro commerciale è stato svuotato e forse qualcosa si muove sul fronte del rilancio della struttura, ma dobbiamo sapere. Abbiamo il diritto di essere informati, di capire cosa sarà del nostro futuro». «È da più di un mese – spiega Laura, ex cassiera – che abbiamo inviato tramite i nostri rappresentanti sindacali la richiesta dell’apertura di un tavolo di confronto tecnico con le istituzioni per cercare una soluzione. Vogliamo lavorare e non rischiare di perdere il posto che avevamo». Chiedono solo attenzione e non vogliono rinunciare alla possibilità di ricominciare a lavorare. Per questo serve quel tavolo tra le organizzazioni sindacali e le istituzioni