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Reggio, ripescato un
cadavere al porto
E' Francesco Calabrò?

I resti umani ritrovati nell’abita - colo di una Smart ripescata ieri sera al porto di Reggio Calabria apparterrebbero a Francesco Calabrò, l’imprenditore scomparso misteriosamente nell’ottobre 2006. Nessun dubbio per i poliziotti della Squadra Mobile sull’autovettura recuperata dai vigili del fuoco: si tratta della stessa macchina che Francesco Calabrò aveva in uso anche il giorno della scomparsa e di proprietà dell’azienda di famiglia. Francesco Calabrò è il fratello di Giuseppe Calabrò, l’ex pentito della ’ndrangheta reggina e uno dei due autori insieme a Consolato Villani, attuale collaboratore di giustizia, già condannati per essere stati i killer dei carabinieri Vincenzo Garofalo e Antonino Fava, uccisi il 18 gennaio 1994 in autostrada all’altezza dello svincolo di Scilla. Una scoperta destinata a segnare un’altra pagina rilevante della recente storia giudiziaria di Reggio. Non a caso ieri al porto reggino, dove è stata recuperata la macchina con i resti umani, si è recato personalmente il procuratore aggiunto Michele Prestipino insieme ai vertici della Squadra Mobile per approfondire la vicenda. Della misteriosa scomparsa di Francesco Calabrò si è occupata anche la celebre trasmissione televisiva “Chi l’ha visto”oltre che la stampa locale. In più trasmissioni i familiari del giovane avevano lanciato una serie di accorati appelli: ma di lui nessuna traccia. Scomparso nel nulla. Dalla denuncia dei suoi familiari era emerso che «il 9 ottobre 2006, intorno alle ore 14, è uscito di casa per andare al bar. Da allora si sono perse le tracce di lui e della macchina, una Smart con le scritte rosse e nere dell’azienda di famiglia la “Edil Sud”». Una storia intrisa di misteri sulla quale ieri si è messa probabilmente la parola fine.

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