Reggio

Domenica 28 Aprile 2024

Omicidi per faida
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Ucciso per vendicare un precedente agguato dal quale la vittima designata era riuscita a scampare pur rimanendo gravemente ferita. E' il contesto in cui, secondo la Procura di Palmi e la polizia, è maturato il delitto di Giuseppe Priolo, ucciso il 26 febbraio 2012, e zio di Vincenzo Priolo, ucciso l'8 luglio 2011 da, secondo l'accusa, Vincenzo Perri, il latitante catturato dalla polizia il 17 marzo scorso. In particolare, secondo gli inquirenti, Giuseppe Priolo è stato ucciso per vendetta per l'agguato compiuto il 14 dicembre 2011 in cui rimase gravemente ferito da colpi di fucile e pistola Giuseppe Brandimarte, di 42 anni, arrestato stamani da personale del Commissariato di Gioia Tauro e della squadra mobile di Reggio Calabria insieme ad altre cinque persone. Giuseppe Brandimarte, fratello di Michele, zio di Vincenzo Perri, è accusato di essere il mandante dell'omicidio di Giuseppe Priolo per vendicarsi dell'agguato subito. Un altro fratello di Brandimarte, Antonio (50) ed il nipote Vincenzo (29), sono ritenuti gli esecutori materiali del delitto. Dagli accertamenti compiuti dalla polizia scientifica sono risultati positivi ai residui dello sparo. Gli altri tre arrestati, Davide Gentile (24), Antonino Rottura (38) e Santo Vincenzo Rottura (44) avrebbero fornito supporto logistico e operativo partecipando con vari ruoli all'omicidio. Le indagini della polizia, coordinate dal procuratore di Palmi Giuseppe Creazzo e dal pm Giulia Pantano, si sono concentrate sulla cruenta faida tra i gruppi familiari contrapposti dei Priolo e dei Perri-Brandimarte, nel corso della quale sono state consumate reciproche vendette che hanno provocato diversi ed eclatanti omicidi e tentati omicidi. Giuseppe Priolo e la famiglia di appartenenza, peraltro, sono legati da vincoli di parentela con la potente cosca dei Piromalli di Gioia Tauro. Le indagini, grazie ad intercettazioni telefoniche ed ambientali, appostamenti, pedinamenti e altri accertamenti tecnici, hanno consentito di accertare il movente del delitto e di identificare mandanti ed esecutori materiali dell'omicidio. Secondo gli investigatori, l'attentato ai danni di Priolo è stato organizzato scrupolosamente, senza trascurare alcun dettaglio, ed è stato frutto di un'accurata preparazione durata settimane. (ANSA)

 

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