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Rosarno, i vicini di
casa non riescono
a capacitarsi

Ieri pomeriggio a Rosarno c’erano quasi trenta gradi, una temperatura estiva ma le strade però erano pressoché deserte. Nelle vicinanze della casa dove Luigi Preiti era tornato ad abitare con i suoi genitori c’era molta incredulità: i vicini di casa non si capacitano di quello che è successo. Nessuno poteva immaginare che colui che ha rischiato di compiere una strage fosse proprio Luigi, giudicato assolutamente normale, non pazzo. Un suo conoscente che abita proprio nelle immediate vicinanze della casa dei genitori ha dichiarato testualmente al cronista: «Luigi non è squilibrato, è stato sempre normale ». Sbigottita il sindaco di Rosarno Elisabetta Tripodi che oltre a mostrare vicinanza ai carabinieri colpiti e alle famiglie ha tenuto a definire quello che è successo nella Capitale un “dramma”. «Come comunità rosarnese siamo senza parole, un gesto da non sottovalutare quello del nostro concittadino che denota un disagio sociale senza precedenti. Quello che è successo è il simbolo di una sempre maggiore disperazione che si vive nella nostra zona alle prese con una crisi del lavoro nerissima. Non conoscevo il Preiti e non si era rivolto all’a m m i n istrazione comunale anche se come Comune non possiamo fare molto». E proprio oggi la manifestazione del comitato disoccupati di Rosarno assume tutto un altro significato. Intanto solidarietà alle forze dell’ordine è stata espressa dal presidente della giunta regionale Giuseppe Scopelliti. «Se fosse vero quanto emerso dalle dichiarazioni del fratello – ha dichiarato – ci troviamo di fronte all’ennesima prova che la dura crisi economica che sta distruggendo il tessuto sociale del Paese è la principale causa di gesti estremi della disperazione più totale». A giudizio del senatore del Pdl Antonio Caridi adesso è «l’ora della responsabilità e della concretezza dei fatti rispetto ai proclami ed agli slogan vuoti ed intrisi del populismo. La gravità della situazione in cui versa il nostro Paese e l’evidente disagio sociale che ne deriva producono gesti estremi ed ingiustificabili dettati dalla disperazione piuttosto che da volontà eversive. È un preciso dovere per tutti noi che operiamo in politica e nelle istituzioni, chiamati a una sfida difficile ma non impossibile da affrontare e da vincere». Adriana Musella, presidente del Coordinamento nazionale antimafia, che nei prossimi giorni sarà a Reggio Calabria in occasione della manifestazione della “gerbera gialla” solleva un dubbio: «Preiti demente, disperato o assoldato? ». Una riflessione che apre diversi interrogativi ai quali stanno lavorando gli investigatori: «Chi ha fornito la pistola al Preiti? Non possiamo poi fare a meno di rilevare la strana coincidenza che vede l’attentato esattamente un giorno prima della presentazione del Governo alle camere per la fiducia. Preiti definito demente poi disperato, anche le contraddizioni non rendono un servizio alla verità. Certo chi è disperato o nullafacente è anche facilmente assoldabile. Ipotesi anche questa, tra le tante di queste ore. Ai posteri l’ardua sentenza se mai ci sarà dato di conoscere le verità dei fatti e non quella strategica». «Il muratore di Rosarno – dice Franco Corbelli leader del movimento Diritti civili – ha commesso un fatto grave ma non è né un mostro, né un criminale. La malapolitica si interroghi sulle proprie responsabilità per quanto accade, sulla dilagante ingiustizia sociale, nel Paese. È necessario chiedersi – continua sempre Corbelli – il perché del gesto disperato davanti al Palazzo simbolo del potere». Insomma un coro di reazioni dopo l’eclatante gesto di un uomo disperato che ancora una volta ha fatto trascinare Rosarno e la Calabria sui principali media nazionali e mondiali. Purtroppo sempre in negativo.

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